di AMDuemila
Prima gli hanno offerto da bere e poi l’hanno aggredito rubandogli denaro, fermati in due
Questa mattina nei pressi di piazza Teatro Massimo a Catania tre minorenni hanno rapinato un uomo provocandogli ferite che hanno richiesto 40 punti di sutura. Due di essi sono stati arrestati. I giovani avrebbero offerto da bere alla vittima per poi aggredirla e rubarle il denaro. La notizia è circolata su tutti i tabloid della Sicilia ed è stata commentata da Sebastiano Ardita, magistrato catanese, oggi componente togato del CSM. “Fatti come questi non accadevano da tempo, anzi possiamo dire che sono davvero rari. Un tempo, fino agli anni 80, a Catania operavano bande di minorenni rapinatori, ma raramente le vittime venivano ferite”, scrive Ardita su Facebook.
“Poi anche per scelte di strategia criminale fino ai giorni nostri questi fatti sono stati sempre più rari. Anche la presenza mafiosa generalmente scoraggia condotte che suscitano allarme sociale ed attivano maggiori controlli di polizia, finendo per interferire con interessi criminali meno visibili. Ma allora cosa sta accadendo?”. Secondo il magistrato “possono esserci ragioni diverse, potrebbe trattarsi di un fatto isolato, oppure no. In questo secondo caso il ritorno alla violenza può essere legato al bisogno di affermazione, di riconoscimento criminale, di affermazione clamorosa, di auto-etero legittimazione a ricoprire ruoli in contesti organizzati. Può nascere dall’allineamento rispetto ad episodi di violenza che sono già accaduti, ma anche da forme di emulazione con l’idea di acquisire credito nei sistemi criminali. Insomma è un brutto segnale che, legato alla crisi generale anche economica, non fa ben sperare né - ha concluso - per il futuro di tanti giovani a rischio, né per la sicurezza delle nostre città”.