Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di AMDuemila - Video
I magistrati antimafia discutono sul dl Liquidità in audizione alle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera

In questo momento di crisi le organizzazioni mafiose possono trarre benefici per le loro economie aggredendo il settore del turismo e della ristorazione. A sostenerlo sono il procuratore nazionale Federico Cafiero de Raho e il procuratore di Napoli Giovanni Melillo che, assieme al procuratore di Milano Francesco Greco, sono stati ascoltati ieri in audizione alla Camera sui nodi del dl Liquidità dalle Commissioni riunite Finanze e Attività produttive su questo decreto.
"Le imprese del comparto turistico, bar e ristoranti costituiscono spesso la prima base di colonizzazione all’estero delle nostre mafie", ha spiegato Cafiero de Raho. Il procuratore ha poi sottolineato il pericolo di incremento dei prestiti usurari: "La criminalità mafiosa ha un patrimonio straordinario. Sul traffico degli stupefacenti incamera 30 miliardi di euro l’anno. Il suo problema è il reinvestimento delle proprie ricchezze. In questo momento le imprese più in difficoltà sono le più esposte". Su questo si trova totalmente d'accordo Melillo che anch'egli ha evidenziato tra le imprese a rischio usura quelle del "settore turistico- alberghiero". Questo "impone di mirare i controlli preventivi, non sul numero delle procedure o sull’ordine della richiesta di finanziamento, ma selezionando i settori maggiormente in crisi e più esposti al rischio di aggressione. Occorre monitorare le attività commerciali proprio per intercettare gli eventuali interessamenti anche indiretti, ad esempio la vendita delle società o la cessione di quote. È una sfida fondamentale tenendo conto della particolare vocazione turistica di alcuni territori e di gran parte del territorio nazionale". Su altri punti, però, il procuratore nazionale e il procuratore di Napoli hanno visioni differenti. Secondo Melillo, "il meccanismo dell’autocertificazione può svolgere un ruolo fondamentale nell’orientamento delle valutazioni del sistema bancario, anche a protezione del sistema bancario dai rischi penalistici collegati all’erogazione del finanziamento". Mentre de Raho ha pensato alla possibilità, rimessa alla valutazione del legislatore, di depenalizzare le "dichiarazioni di falsità per l’accesso ai finanziamenti fino a 25 mila euro. Questo consentirebbe un maggior controllo sulle ipotesi di maggiore entità". E il Parlamento, ha aggiunto, potrebbe "introdurre una sorta di codice rosso" sul decreto liquidità, "esattamente come per i casi di violenza domestica di genere, assegnando priorità assoluta per la trattazione di indagine e processi relativi ai più gravi abusi collegati alla dispersione di queste risorse e può farlo stabilendo scansioni temporali precise per lo svolgimento di indagini e giudizi". Per Melillo, come anche per Greco, "solo negli uffici distrettuali è possibile istituire pool specializzati con metodi di lavoro condivisi con la polizia giudiziaria e in particolare la Finanza". Da parte sua invece de Raho ha rivendicato l’attività di "coordinamento e impulso" della Procura nazionale e non è d’accordo alla depenalizzazione dei finanziamenti sotto la soglia dei 25 mila euro: "Molte operazioni sospette - ha sottolineato - spesso sono per importi di 3-4 mila euro. Bisogna assolutamente evitare che alle mafie vadano anche solo briciole". Pertanto ha suggerito di inserire "nel decreto liquidità la tracciabilità dei flussi finanziari: tutti i movimenti devono essere registrati su conti correnti dedicati e devono essere effettuati tramite bonifico per consentire la piena tracciabilità e individuare l’accaparramento di finanziamenti pubblici da parte della criminalità".

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos