Trovati dopo proteste di questi giorni contro stop a collloqui
Come ha riportato questo pomeriggio l'agenzia ANSA all'interno del carcere dell'Ucciardone di Palermo, nascosti dentro alcune celle, sono stati rinvenuti dieci cellulari di piccole dimensioni, alcuni dei quali possono anche connettersi ad internet. A scovarli sono stati gli agenti della polizia penitenziaria nel corso di controlli effettuati dopo le proteste di questi giorni contro lo stop ai colloqui con i familiari.
Come sono entrati nello storico penitenziario palermitano?
Per scoprirlo sono state avviate delle indagini. "Stiamo cercando di verificare come siano stati portati all'interno - ha dichiarato la direttrice del carcere Giovanna Re - In alcune zone del penitenziario le mura sono più basse e forse è anche possibile lanciare questi piccoli oggetti dall'esterno. Stiamo valutando ogni possibilità. Al momento, dopo le proteste di questi giorni, la situazione è tornata calma. Potenzieremo i colloqui telefonici e con skype. Al momento la struttura carceraria è protetta e così deve restare. Sarebbe davvero molto difficile convivere con l'infezione all'interno del penitenziario. Per questo sono stati ridotti i colloqui".
Quello di Palermo non è il primo caso in cui sono stati rinvenuti cellulari in carcere a disposizione di detenuti.
Il settimanale l'Espresso, lo scorso novembre, riportò addirittura la notizia che nella cella di uno dei capi della camorra, Giuseppe Gallo, detto “Peppe o pazzo”, detenuto al 41bis a Parma, furono trovati tre telefoni, un Iphone e due apparecchi Android. Anche in quell'occasione furono avviate delle indagini e fu avvisata anche la Procura nazionale antimafia.