A Pesaro è stato ucciso un parente di un collaboratore di giustizia, il quale era sotto la protezione dello Stato.
Rappresentiamo tutta la nostra preoccupazione davanti a tanta arroganza della mafia, ci permettiamo, perché il 14 Aprile 1994 in questo Paese è stata seguita la settima strage mafiosa terroristica eversiva, l’ultima di tutta una serie di attentati che vanno dal 14.5.1993 giusto fino al 14 Aprile 1994.
L’attentato del “Formello”, quello del 14.4.94 fu eseguito dalla mafia contro il pentito per antonomasia, Salvatore Contorno, al quale la mafia aveva fino a quel momento ucciso 20 familiari.
La mafia, tutta, sa benissimo di non essere stata sconfitta, come si vorrebbe far credere, lo dimostra chiaramente il fatto che i “concorrenti della mafia” per le stragi del 1993, ancora non sono stati portati a processo, quindi la mafia potrebbe tornare a minacciare i così detti “pentiti di mafia” per zittirli attraverso azioni eclatanti e uccisioni di parenti dei collaboratori di giustizia.
Rammentiamo che il processo in corso in questi mesi a Reggio Calabria contro Graviano Giuseppe per l’uccisione di due carabinieri, colloca questi omicidi nell’ambito della campagna stragista del 1993, quindi la mafia calabrese non è certo estranea a vendette in quanto come le altre mafie è alla ricerca di “silenzio” da parte dei “pentiti”.
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili