Cinquecento autobus. Mattarella: ''Non retrocedere su diritti della persona''
Foto © Fabrizio Troccoli
E’ una Perugia sotto la pioggia quella che ha dato il via alla marcia della Pace PerugiAssisi di domenica. In città circa 10 mila studenti provenienti da ogni parte d’Italia e centinaia di gruppi organizzati e amministrazioni locali. Le adesioni sfiorano quota mille tra le circa 530 associazioni, 160 scuole e 286 istituzioni fra Comuni, Province e Regioni. Sono almeno 500 gli autobus nel capoluogo umbro. Gli organizzatori prevedono circa 25 mila presenze. Una cifra indicativa se si tiene conto dei tanti che, come ogni anno, si organizzano autonomamente.
La marcia La giornata della marcia è iniziata ufficialmente alle 7 con una messa nella basilica di San Pietro presieduta da padre Alex Zanotelli. Alle 8.30 invece i consueti interventi e le testimonianze di apertura, con la marcia che dalle ore 9 prevede 6 ore di cammino con arrivo previsto alle 15 ad Assisi e alle 16 alla Rocca Maggiore della città serafica. E’ in occasione degli interventi di apertura che l’organizzatore Flavio Lotti ha detto che La Marcia per la Pace propone il sindaco di Riace Mimmo Lucano premio Nobel per la pace.
La diretta La PerugiAssisi è in diretta su Rai3 a partire dalle ore 8.55. Prima diretta dalle 8.55 alle 10.25, poi dalle 13 alle 13.55, quindi dalle 15.35 alle 16.10. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scrive agli organizzatori e ai partecipanti a e al Meeting diritti e responsabilità in corso a Perugia.
La lettera di Mattarella «Viviamo un tempo di cambiamenti epocali e più che mai le nostre società continuano ad avere un gran bisogno di donne e uomini di pace. La marcia PerugiAssisi, anche quest’anno, come nella sua lunga storia, è una testimonianza corale di speranza e fraternità. In questa giornata desidero esprimere il mio incoraggiamento ai partecipanti, in particolare ai giovani che hanno animato il meeting su Diritti e responsabilità e a tutti coloro che decidono di camminare insieme sulle strade dell’impegno e della solidarietà. E’ una stagione di ricorrenze importanti. La Costituzione Repubblicana entrò in vigore 70 anni or sono, e sempre nel 1948, l’Assemblea generale delle Nazioni unite proclamò la Dichiarazione universale dei diritti umani. Sono due pilastri su cui è costituita la nostra civiltà, e che ancora sostengono un’idea di progresso nella libertà, nell’uguale dignità di ogni essere umano, nella cooperazione tra i popoli. Entrambi i testi nascono all’indomani degli orrori della guerra, dell’olocausto, delle dittature. Mai più dobbiamo ricadere negli abissi della violenza. La nostra forza poggia sulla capacità di mobilitare le coscienze e di non retrocedere per nessuna ragione sui diritti della persona. La pace coinvolge e sfida la cultura, l’economia, la politica, l’educazione, interpella ciascuno. L’apporto creativo dei giovani è indispensabile per dare sostanza alla pace. Ricorre quest’anno anche il cinquantesimo della morte di Aldo Capitini, apostolo della non-violenza, che fu l’ideatore della marcia Perugia-Assisi. Attualizzare il suo messaggio è un’impresa appassionante che richiede intelligenza e dedizione e che ci sollecita a una coerenza di vita».
Catiuscia Marini «L’Umbria – ha detto Catiuscia Marini, presidente della Regione -, da sempre terra dove è grande l’impegno per la cultura dell’inclusione, dell’integrazione e del dialogo, si prepara ad accogliere il popolo della pace, movimenti, associazioni, studenti, rappresentanti delle istituzioni, cittadini, in cammino ancora una volta dalla città di Aldo Capitini a quella di Frate Francesco. Questa Marcia, che cade a 100 anni dalla Grande Guerra, a 70 anni dall’entrata in vigore della Costituzione italiana e a 50 anni dalla morte di Capitini, mostra che è necessario l’impegno per la nonviolenza».
Da Assisi I frati del Sacro Convento attendono con gioia la Marcia della Pace, sapendo che «questo popolo è il popolo dalle radici vere che sa accogliere. E’ il popolo dei ponti non dei muri. Grazie a questi marcianti coraggiosi sarà possibile un’Italia più bella e accogliente – ha dichiarato il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato -. Una coda interminabile unisce simbolicamente l’Italia ad Assisi per costruire nuovi ponti. C’è un popolo in cammino verso lo stupore e l’incontro, verso il dialogo e l’accoglienza. Un rimettersi in cammino – ha sottolineato padre Fortunato – per vincere contro la rassegnazione e l’odio, perché a volte si può anche vincere coi sondaggi, ma si perde con la vita».
Viabilità Nel giorno della Marcia della Pace, vista la presenza di un numero straordinario di partecipanti, nel territorio del Comune di Assisi la circolazione stradale è sottoposta ad alcuni cambiamenti. Dalle 11 circa la viabilità per Assisi da Santa Maria degli Angeli e da Ponte san Vittorino è interrotta. Si possono utilizzare la strada da Viole, percorribile in entrata e in uscita e accessibile dalle uscite della SS75 di Viole e Rivotorto. Ciò vale anche per gli autobus turistici. La viabilità lungo via Ponte dei Galli, in uscita da porta san Giacomo, è invertita. Via Ponte dei Galli è percorribile in senso ascendente. Lungo le strade interessate dai cortei (via Los Angeles, via Becchetti, via Patrono d’Italia, via Marconi, piazza Inferiore di san Francesco, via san Francesco, piazza del Comune, via san Rufino, Rocca Maggiore) i cittadini devono rimuovere i veicoli come da relative ordinanze. L’area di santa Maria degli Angeli a fianco della basilica (da via Patrono d’Italia a via Protomartiri francescani) è interdetta al traffico fin dalla prime ore della mattina.
Messaggio Cgil «L’appello lanciato da Perugia da Susanna Camusso, segretaria Cgil, sulla necessità di avviare un percorso di riconversione delle fabbriche che producono armi nel nostro paese è pienamente condivisibile e sarà uno dei messaggi che porteremo domani alla marcia della Pace». Lo afferma in una nota Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia. «L’appello peraltro – continua Ciavaglia – parla anche al nostro territorio, vista la presenza a Baiano di Spoleto di uno stabilimento militare nel quale si producono bombe a mano e altri tipi di armamenti. Ragionare di riconversione significa ovviamente proteggere il lavoro trasformandolo – prosegue Ciavaglia – e significa farlo nella direzione del disarmo, che è un obiettivo fondamentale da perseguire per bloccare gli ingranaggi della guerra con tutte le sue drammatiche conseguenze. Siamo in marcia per dire basta alle guerre e a ogni forma di violenza e intolleranza – conclude Ciavaglia – La Cgil c’è come sempre sul solco tracciato da Aldo Capitini».
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