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raimondi bennardo marioLa storia del maestro Raimondi è una storia amara, 52 anni ed un cuore pieno di energia, da sempre, artisticamente parlando, ama il suo lavoro con dedizione crea dei manufatti perfetti nei particolari
di Chiara Fici
La storia del maestro Raimondi è una storia amara, 52 anni ed un cuore pieno di energia, da sempre, artisticamente parlando, ama il suo lavoro con dedizione crea dei manufatti perfetti nei particolari.
Tante volte, davanti ad un pubblico attento e meravigliato dalle abilità del maestro, sono nati degli oggetti in argilla unici e belli. Da anni Mario denuncia una situazione di disagio economico e sociale. Più volte è stato vittima di usura ma nulla l’ha fermato. Ha denunciato da subito chi lo voleva calpestato e lacerato psicologicamente, ma lui, indomito leone palermitano, si è rivolto alle istituzioni per cercare una soluzione ai suoi problemi.
L’usura non è una parola nuova a Palermo e in Sicilia. Da sempre persone indegne cercano di avvilire, depredare lavoratori onesti e bravi.
La Via Roma, per esempio, una delle arterie più famose e importanti di Palermo, ha perso molti negozi che hanno chiuso. La strada è stata interrotta in parte per lavori in corso che durano ormai da tempo e i negozianti sono scoraggiati e delusi.
Il maestro Mario Bennardo è una delle tantissime “voci” che “clamans in deserto” cioè che gridano aiuto ma le loro richieste vengono disilluse, calpestate e messe in disparte. Le loro voci sono come le voci che gridano nel deserto si in un deserto di indifferenza ed egoismo!

Maestro vorrebbe darci un suo commento in merito a ciò che le sta accadendo?
“La mia - risponde Bennardo con gli occhi lucidi -, è la storia di un artigiano vittima di usura ridotto a elemosinare. L’unica mia colpa è stata quella di avere denunciato i mafiosi. Per vivere e mantenere la mia numerosa famiglia sono costretto a esporre in fiere itineranti e viaggiare fra sagre di paese e varie città”.

Lei maestro lavora l’argilla, ed è uno dei suoi principali scopi, degni di far conoscere ed amare ai più giovani questa antica arte. Le mani diventano strumenti e il cuore batte forte quando dalle dita nascono degli oggetti e personaggi perfetti nei particolari.
Lei è deluso dal fatto che molti paesi siciliani e anche molti organizzatori di eventi artistici palermitani, pretendono cifre alte, esagerate per far sì che gli artigiani e gli artisti in generale, possano essere presenti nei loro eventi “culturali”.
“Si è una situazione incresciosa e deplorevole. Pretendono anche 300 euro questa gente che organizza per noi artisti. Anche nelle sagre di paese non sono da meno: non si può pagare, per esempio per 2 giorni, 250 euro, come mi è stato chiesto dal Comune di Maletto, per la sagra delle fragole. Mi hanno chiesto 300 euro per la sagra del fico d’india a Roccapalumba. Sono convinto che proprio le istituzioni che dovrebbero valorizzare l’arte e la cultura dovrebbero pagare me e non ricevere soldi dalla mia persona. Ringrazio voi di Globus Magazine per la possibilità che mi avete dato”.

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