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rossi david 3Mps, in un libro la verità della figlia di David Rossi: "Papa' non si e' suicidato"
"David non si e' suicidato": bastano queste poche parole a Carolina Orlandi per dire la sua verita' sulla morte di David Rossi, responsabile dell'area comunicazione del Monte dei Paschi, morto il 6 marzo 2013 nel mezzo della bufera della banca senese. Rossi era il marito della madre di Carolina, un punto di riferimento, un padre. E proprio per raccontare la drammatica vicenda della morte di Rossi, Carolina Orlandi, 25 anni, ha deciso di scrivere un libro, 'Se tu potessi vedermi ora', da oggi in tutte le librerie per Mondadori nella collana 'Strade Blu'. Intervistata dall'Agi, Orlandi non usa mezzi termini nel negare l'ipotesi che Rossi si sia suicidato lanciandosi da una finestra dell'istituto senese. "Mi attengo - spiega - agli elementi che ormai conoscono tutti: la caduta dell'orologio trentatre minuti dopo che David impatta sul selciato, le ferite sulla parte anteriore del corpo non compatibili con la caduta, il fatto che la Procura non abbia mai richiesto i filmati delle telecamere interne alla Banca. Davanti a queste evidenze e a molti altri aspetti mai chiariti, non ho bisogno di appellarmi alla mia visione personale per dire che David non si e' suicidato". Orlandi tiene a precisare che la decisione di scrivere questo libro nasce dalla "volonta' di far conoscere l'uomo ancor prima di sapere come era morto e perche'. Volevo che tutti conoscessero chi era David davvero, al di la' di 'quello che era precipitato da un ufficio di Montepaschi'". Il titolo, 'Se tu potessi vedermi ora', "nasce da una canzone dei The Script che ascoltavo nei giorni successivi alla morte di David. Con lui ho sempre parlato di quello che avrei fatto nella vita: nonostante lui avesse fantasticato con me sul mio futuro, e' mancato proprio quando io ho iniziato a percorrere la mia strada".
Orlandi confida all'Agi di aver impiegato tre anni per capire che doveva raccontare la storia di David Rossi: "Avevo sempre sperato che qualcuno mettesse nero su bianco tutti gli elementi. A un certo punto ho deciso di usare il veicolo della narrazione che, in 'Strade Blu', e' lo strumento per dare forza ai fatti. Volevo raccontare in prima persona cosa voglia dire per una famiglia normale ritrovarsi da un giorno all'altro in una vicenda come questa: era necessario farlo per esorcizzarla e riuscire a razionalizzarla". C'e' stato un momento preciso in cui la giovane scrittrice ha deciso di mettere la storia nero su bianco: "Ero a una lezione del mio corso di giornalismo e, assorta nei miei pensieri, e' arrivato un lampo. Ho capito che la mia verita', al di la' delle carte e del tribunale, doveva essere raccontata". Carolina Orlandi chiude l'intervista con un auspicio: mi auguro che questo libro porti "innanzitutto consapevolezza negli altri per quanto riguarda la nostra storia cosi' come per tante altre. Spero che davanti a situazioni simili non possa piu' esserci indifferenza".

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