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cecilia strada emergencyIl sindaco Alessandro Ingaria ha conosciuto la figlia di Gino Strada "durante il periodo in cui ho lavorato in Afghanistan presso l'ospedale di Kabul": l'appuntamento si terrà il 16 febbraio
Portare il globale nel locale. Questa la sfida del piccolo comune di Priero che continua con gli appuntamenti culturali. Questa volta è il turno di Cecilia Strada (in foto) il 16 febbraio alle ore 20.45 con un incontro dal titolo "Dialoghi sulla Guerra".
"Ho avuto la fortuna di conoscere Cecilia Strada durante il periodo in cui ho lavorato in Afghanistan presso l'ospedale di Kabul. La presentazione del suo libro è un ottima occasione per dialogare con lei sulle grandi dinamiche che poi finiscono di travolgere anche la nostra società. Conoscere il perché delle guerre nel mondo può farci intendere il perché dei recenti fatti di Nizza, Parigi, Londra" racconta il sindaco Alessandro Ingaria.
Cecilia Strada è figlia di Gino Strada e di Teresa Sarti ed è nata nel 1979 a Milano. Ha studiato Sociologia presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e da sempre si occupa di promuovere una cultura di pace e rispetto dei diritti umani.
Per otto anni è stata presidente di EMERGENCY, organizzazione non governativa italiana che fornisce assistenza gratuita alle vittime di guerra, delle mine antiuomo e della povertà. "Oggi guardiamo a Parigi, a Londra, a Barcellona, e siamo tutti più terrorizzati, nonostante l’impegno e i soldi investiti per la nostra sicurezza. Che cosa è andato storto? Cecilia Strada cerca le risposte nelle storie che lei stessa ha vissuto in prima in persona. Ne uccide più la guerra o la corruzione, in Afghanistan come in Italia? Che cosa collega le nostre tasse a un vigile urbano in Afghanistan che viene ricoverato sette volte per ferite da arma da fuoco? Chi ci guadagna a testare nuove armi in terra sarda e quanto invece costa ai cittadini che pagano il conto in salute? Infine, cos'è la sicurezza che desideriamo tutti, italiani e iracheni? La si potrà ottenere con altra guerra? Ed è ragionevole immaginare che il sistema della guerra possa essere mutato proprio da coloro che ne traggono vantaggio?"

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