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Approvata relazione Bindi anche dai Cinque stelle
Roma. "Oggi è stata approvata la Relazione sulle infiltrazioni mafiose nella massoneria in Sicilia e Calabria. Abbiamo votato favorevole perché è il punto di partenza di un'indagine che deve essere approfondita ulteriormente. Un punto di partenza in merito ad un problema grave e sottovalutato. Le infiltrazioni mafiose sono vaste e onnipresenti e coinvolgono tutti i campi, anche e soprattutto quello della massoneria dove diventano opachi e confusi i confini tra infiltrazioni quindi qualcosa che non si vuole e contiguità di intenti invece tra logge coperte e mafiosi. Centinaia i condannati per reati di mafia presenti negli elenchi degli iscritti sia in Sicilia che in Calabria, senza contare reati come la corruzione, contro la Pubblica Amministrazione. Si ha il paradosso che il nominativo di un condannato per mafia è pubblico ma non si può sapere se appartenga o meno alla massoneria. In questo lungo e complesso lavoro è emersa con grande evidenza l'arroganza di chi dirige queste logge, come quella del GOI. Pubbliche dichiarazioni in audizione che sembravano voler sfidare la stessa autorità della commissione Antimafia. Trincerandosi dietro una supposta riservatezza, o segretezza, perché i giochi di parole sono stati tanti e vari pur di confondere le acque e non consegnare gli elenchi, è apparsa chiara la matrice di sfida verso le Istituzioni elette democraticamente e a cui devono rispondere tutti i cittadini". I membri M5S della commissione Antimafia sottolineano la gravità di quanto emerso dalla relazione: "La massoneria sembra sottovalutare il pericolo dei radicamenti mafiosi e siccome non crediamo che esista ambiente che possa permettersi questo atteggiamento, non possiamo che evincere o una pericolosa tanto quanta ingenua percezione del problema ma questo sarebbe sottovalutare l'intelligenza dei membri della stessa massoneria, la qual cosa non riteniamo possibile. Le mafie hanno infiltrato le logge e le usano per i loro scopi, l'indagine su questo punto è chiara. Le logge non possono e non devono più godere di privilegi che impediscono all'autorità giudiziaria di poter accedere agli elenchi dei suoi iscritti, perché se il fine è medesimo cioè debellare le infiltrazioni mafiose, allora ci può essere collaborazione, ma se invece vengono solo frapposti ostacoli, cambia completamente l'unita' d'intenti che si pone su due vie totalmente diverse e distanti. Infine, il Movimento 5 Stelle non condivide la scelta di non procedere alla pubblicizzazione dei nominativi iscritti alle logge con procedimenti penali ex art.416bis o sentenze già passate in giudicato, né dei politici di cui si fa menzione e di cui hanno riferito i collaboratori di giustizia ascoltati. Anche se comprendiamo l"esigenza di giungere alle modifiche legislative ben descritte fra le proposte finali della relazione, per noi si impone il dovere di trasparenza. L"eventuale procedimento penale che potrebbe scaturire in caso di ricorso da parte delle suddette obbedienze massoniche solleverebbe ancor di più la necessaria ed indispensabile urgenza di provvedere ad un cambiamento della disciplina legislativa vigente perché consentirebbe di verificare in concreto la gravità della situazione in cui ci troviamo attualmente, completamente ignorata dal punto di vista legislativo in questi ultimi decenni”.

ANSA
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