Le Fiamme gialle hanno acquisito documenti per verificare se Ingroia – che quattro anni fa ricevette l’incarico di guidare la società a partecipazione regionale dall’ex governatore Rosario Crocetta – lo scorso novembre abbia percepito compensi non dovuti. La nuova contestazione riguarda il 2017, mentre quella precedente si riferisce al triennio 2014-2016. A marzo, interrogato sul primo fascicolo, l’ex magistrato (che ora svolge la professione di avvocato), si era difeso sostenendo che i suoi compensi rientravano nei limiti previsti dalla legge.

Per il’accusa, invece, una legge regionale prevede un tetto ai compensi che sarebbe stato superato. In quell’occasione l’ex pm aveva percepito 117mila euro come indennità di risultato, a fronte di un compenso complessivo di 147mila euro. Cifra che secondo l’accusa il manager si sarebbe pagato da solo, mentre Ingroia sostenne che il compenso gli era stato riconosciuto dall’assemblea dei soci per i traguardi raggiunti. Inoltre, una parte delle spese affrontate da Ingroia per le trasferte (dal 2013 è residente a Roma e la società ha sede a Palermo), secondo l’accusa non potevano essere rimborsate.

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