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tamajo edyDopo il video delle “Iene” sulla vendita di voti è polemica su Cardinale, leader di Sicilia futura
di Claudio Reale
La questione, adesso, si fa tutta politica. Perché l’inchiesta sul deputato regionale di Sicilia futura Edy Tamajo per associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio irrita particolarmente il Partito democratico: tanto più da martedì sera, quando la trasmissione televisiva “Le Iene” ha mandato in onda una registrazione nella quale l’avvocato di Tamajo, Giovanni Castronovo, coinvolgerebbe nelle vicende contestate al deputato l’imprenditore Pietro Murania, che avrebbe chiesto a Sicilia futura una candidatura al Senato in cambio dell’appoggio al deputato. Murania è fra i sostenitori di Tamajo ed è stato coinvolto in un’indagine per la compravendita di voti alle Comunali del 2012 con uno dei tre protagonisti della nuova inchiesta sul parlamentare regionale. Secondo gli audio mandati in onda dalla trasmissione Mediaset, poi smentiti da Castronovo, punterebbe a Palazzo Madama. Nota non di poco conto: alle elezioni politiche di primavera Sicilia futura non avrà una propria lista, e dunque i candidati espressi dal movimento di Tamajo confluirebbero nel Pd.
La nuova puntata della Tamajo-story, così, irrompe in un dibattito già teso fra i dem. All’inizio della settimana prossima in direzione regionale ci sarà il redde rationem: uno scontro innescato dal voto, ma alimentato anche dalle dichiarazioni del leader di Sicilia futura, Salvatore Cardinale, che subito dopo le Regionali aveva di fatto chiesto la testa del segretario Fausto Raciti, invocando «più centro»per il partito. In ballo c’è anche la composizione dei gruppi all’Ars: Sicilia futura ha due deputati (oltre a Tamajo c’è Nicola D’Agostino) e dunque non può costituirne uno autonomo. L’ipotesi privilegiata, nel movimento, è la confluenza nel Pd, ma diversi dirigenti dem parlano a microfoni spenti della «necessità di tenere distinti i due soggetti». Raciti, al momento, tiene un profilo basso, ma non rinuncia a un’annotazione sulla collocazione del Pd, con quella che suona proprio come una stilettata a Cardinale: «Il voto disgiunto dei nostri elettori verso Giancarlo Cancelleri e non verso Nello Musumeci - dice - ci dà un’indicazione chiara sull’orientamento da tenere».
Così, adesso, Sicilia futura è sulla difensiva. Partendo dalla smentita preliminare: «Nessun imprenditore palermitano avrebbe chiesto di candidarsi al Senato nelle liste di Sicilia Futura - tagliano corto gli uomini di Cardinale - il movimento non ha mai coltivato l’ambizione di presentarsi alle elezioni politiche essendo per sua natura impegnato nelle istituzioni regionali e locali ». C’è però anche un rilancio: «Se qualcuno dovesse avere notizie sugli autori di fatti esecrabili comprovanti la compravendita di voti, oltre che fare dichiarazioni giornalistiche, facilmente soggette a manipolazioni, si preoccupi di informare scrupolosamente gli inquirenti». Una linea, quella delle «dichiarazioni manipolabili», condivisa da Castronovo: «Smentisco quanto mi è stato illegittimamente attribuito attraverso l’ingannevole giochetto di risposte associate a domande diverse da quelle formulate». «Per fortuna - aggiunge l’altro legale di Tamajo, Nino Caleca - le indagini e i processi si fanno nei tribunali e nelle Procure, e non nei programmi televisivi, ai quali comunque va il mio rispetto. La verità processuale è un’altra cosa».

La Repubblica

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