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di Domenico Mollura
Ci sono alcuni valori universali che mantengono la loro carica vitale nonostante i mutamenti delle mode. La pace e la concordia sono due di questi valori che è sempre bene ricordare, soprattutto ai più piccoli. Gli stessi valori sono stati i protagonisti della Notte Arcobaleno dei Bambini, evento conclusivo della colonia estiva organizzata a Capo Milazzo, presso Gigliopoli dall’Associazione Il Giglio e dalla Fondazione Lucifero. All’evento, giunto alla sua undicesima edizione, è stato dato il titolo Peace and Love, il mantra del pacifismo internazionale che negli anni ’70 del Novecento è diventato un vero e proprio slogan capace di attraversare l’arte, il cinema, la musica.

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Proprio gli anni ’70, decennio policromatico e contradditorio stretto tra le illusioni del decennio precedente e di quello successivo, portano le coscienze davanti ad uno specchio impietoso che manifesta tutti i limiti di uno sviluppo miope e antropocentrico. Sono gli anni della prima crisi energetica, dello scomposto disimpegno degli USA nella guerra del Vietnam, dell’esplosione del terrorismo di matrice ideologica e della cosiddetta strategia della tensione. Temi forti, complessi da spiegare e da capire. Per questo lo spettacolo, interamente scritto, prodotto diretto dai ragazzi e dallo staff dell’Associazione Il Giglio, è stato un delicato tuffo in quel mare di complessità, vissuta almeno due generazioni prima di quella dei piccoli protagonisti della serata.

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Il modello T2 protagonista della scenografia della Notte Arcobaleno
(© facebook.com/Gigliopoli)

Già dall’ingresso alla Baronia un esemplare (bianco e celeste) del mitico furgoncino T2 Volkswaghen, icona meccanica della libertà di movimento collettivo, ha accolto i numerosissimi ospiti – in platea era presente anche il sindaco di Messina Renato Accorinti – come in una macchina del tempo. Un secondo esemplare (bianco e rosso) campeggiava di fianco al palcoscenico con la medesima funzione di filo conduttore dell’intero decennio. Grande protagonista dello spettacolo la musica sulle cui note si è dipanato il racconto attraverso coreografie cui hanno partecipato i protagonisti della colonia 2017 e immagini video proiettate sullo sfondo: lo sfruttamento delle risorse ambientali e umane, il militarismo sfrenato, la turbinosa velocità della vita urbana e una bambina con uno zainetto in spalla (di un rosso acceso, come il cappottino della bambina che attraversa la follia nel file Schindler’s List) sembra rappresentare l’innocenza, la consapevolezza che si sta formando e che ha bisogno di capire, mettere in ordine le contraddizioni che le scorrono davanti agli occhi.

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Il finale è un inno alla speranza, con un volo di palloncini bianchi lanciati dagli stessi protagonisti, vestiti di bianco, che hanno affollato il palco.

Al termine dello spettacolo la Baronia si è animata con il luna park, musica dal vivo, giocoleria, mangia fuoco e spettacoli di magia itinerante, sotto un cielo estivo pieno di stelle e la luna giunta nel suo quarto scelto (insieme a due stelle) per comporre proprio l’antico stemma della Famiglia Lucifero di San Nicolò e che un black out elettrico, prontamente risolto, non ha fatto altro che rendere più luminoso.

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