Rai 1 trasmette in prima serata il 21 luglio una puntata speciale del programma "Cose nostre" nel corso della quale si punta l'attenzione su Matteo Messina Denaro, il boss mafioso latitante da oltre 25 anni.
di Massimo Luciani
Lo speciale "Cose nostre" arriva due giorni dopo il drammatico anniversario della strage di via d'Amelio nella quale perse la vita del giudice Paolo Borsellino con tutti e cinque i componenti della sua scorta. Tra questi c'era anche Emanuela Loi, la 24enne alla quale presto sarà dedicato un tv movie all'interno del ciclo "Liberi sognatori - le storie non si spezzano mai".
La storia di Messina Denaro è molto ingarbugliata perché il boss è stato invischiato nelle storie più drammatiche degli ultimi tempi. Condannato per le stragi di Roma, Firenze e Milano del 1993, il boss mafioso ha avuto un ruolo di primo piano anche nell'omicidio di Falcone e Borsellino avvenuti nello stesso anno. Ma Messina Denaro è riuscito fino ad oggi a scampare alla cattura. Infatti viene denominato "il boss invisibile" perché, sfruttando una fitta rete di connivenze, non è mai stato catturato.
Lo speciale di “Cose nostre” racconta così anche la storia di un ampio spaccato dell'Italia afflitto dal problema mafia e da tutti gli attentati terroristici che sono avvenuti in un periodo molto lungo e travagliato. Viene posta l'attenzione sulle città principali in cui agiva il boss. Tra queste Trapani e anche Palermo. Ma Trapani e provincia hanno avuto un ruolo fondamentale per la quantità di banche e gli sportelli bancari presenti sul territorio. Questo ha consentito ai mafiosi di accumulare ricchezza e di riciclare i soldi trasformandoli da sporchi a puliti.
Sempre in queste zone sono avvenute stragi e delitti come quelle del giornalista Mauro Rostagno, di Giangiacomo Montalto e la strage di Pizzolungo del 2 aprile del 1985.
Lo speciale ripercorre anche la vita del boss legatissimo a Totò Riina che ha poi preso sotto la propria protezione il giovane Matteo. Messina Denaro ha capito molto presto quale doveva essere il suo ruolo all'interno della Cupola e ha seguito le orme dei grandi boss della zona allargando il suo potere, il suo impero finanziario fino a diventare uno degli esponenti principali di Cosa Nostra. Niente veniva fatto senza il suo consenso.