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emergency logo 500In mancanza di canali di accesso sicuri - dice un comunicato dell'organizzazione fondata da Gino Strada - chiediamo all'Europa di rispettare le decisioni assunte sul ricollocamento dei migranti negli altri Paesi e di assumersi la responsabilità di contribuire a gestire l'accoglienza di chi sbarca sulle nostre coste"
Milano. "Lo sbarco di ieri mattina al porto di Pozzallo è stato molto difficile - si legge in un documento diffuso da Emergency - sono arrivate 673 persone, tra di loro c’erano 100 minori, bambini di ogni età, molti completamente soli. I migranti che sono arrivati erano molto provati dal viaggio. In banchina i medici hanno affrontato diverse situazioni gravi: ci siamo spaventati molto per le condizioni di un ragazzo, affetto da una grave astenia, tachicardia e in deficit respiratorio. Alcune delle persone in attesa di scendere dalla nave si sono tuffate in mare e sono state recuperate, erano disidratati, provati dal viaggio, stanchi. Con loro - prosegue la nota dell'organizzazione fondata da Gino Strada - è arrivata anche la salma di un bambino, nato sul barcone, presumibilmente alla 32° settimana di gestazione… non è riuscito a sopravvivere".

C’era anche un bimbo di soli 4 giorni. La sua mamma non gli aveva ancora dato un nome, quando è arrivato il momento di salire sull'ambulanza per andare in ospedale, Eyasu, Mediatore culturale di EMERGENCY, li ha accompagnati entrambi per farli salire a bordo. "Il personale sanitario - ha riferito Giulia Chiarenza, coordinatrice del Progetto Sbarchi di EMERGENCY - ha chiesto alla mamma il nome del bambino, diverse volte, e allora Eyasu l'ha invitata a sceglierne uno. La mamma ci ha pensato e ha scelto un nome che il collega traduce dall'amarico con 'Rivelazione'".

Chiudere i porti è un ostacolo alla salvezza. "Chiudere i porti italiani alle navi delle Ong che fanno salvataggio in mare sarà un ulteriore ostacolo alla salvezza di migliaia di persone - aggiunge il documento di Emergency - Si continua a ignorare che a oggi le operazioni di salvataggio in mare sono l'unica misura reale per evitare la morte di uomini, donne e bambini che fuggono dai loro Paesi in cerca di protezione dalla guerra, dalla povertà e dalle persecuzioni. In mancanza di canali di accesso sicuri - proseegue il comunicato - chiediamo all'Europa di rispettare le decisioni assunte sul ricollocamento dei migranti negli altri Paesi e di assumersi la responsabilità di contribuire a gestire l'accoglienza di chi sbarca sulle nostre coste. Altrimenti saranno ancora i migranti a pagare il prezzo della sua indifferenza di fronte a una delle maggiori crisi umanitarie degli ultimi anni".

repubblica.it

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