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"Quanto pubblicato da alcuni organi di stampa è clamorosamente falso. Nessuna ispezione da parte di funzionari della Regione è stata mai impedita da me (che non sono mai stato presente ad “ispezioni” di funzionari regionali, e quindi non potevo impedire un bel nulla), né da altro personale di Sicilia Digitale".
Lo afferma l'amministratore unico di Sicilia Digitale, ex Sicilia e-Servizi, Antonio Ingroia, che aggiunge: "Ci mancherebbe che il socio unico della società che amministra non possa e non debba esercitare il proprio diritto di controllo, tanto che ogni atto che ci è stato richiesto è stato sempre, come dovuto, trasmesso e messo a disposizione degli uffici della Regione competenti.
Ritengo grave il fatto, se fosse vero quanto ho letto, e cioè che in un documento istituzionale, quale la relazione-requisitoria sul giudizio di parificazione da parte del Procuratore Generale della Corte dei Conti, sia entrata a farne parte una circostanza non vera. Se così fosse, significherebbe che un pubblico funzionario ha comunicato circostanze false alla Corte dei Conti, e di questo dovrà risponderne. Nell’unica cosiddetta ‘ispezione’ verificatasi presso la sede della società, avvenuta per altro in mia assenza, mi è stato riferito che è stata consegnata al funzionario intervenuto la copia della PEC con la quale alcuni giorni prima della ‘visita’ gli atti da lui richiesti erano stati già trasmessi. Evidentemente quest’ultimo, dimostrando una grave negligenza, di cui dovrebbe rispondere, non si è curato, né prima né dopo la ‘visita’, di acquisire i documenti che gli erano stati regolarmente
trasmessi ed ha perciò attestato e comunicato il falso, e cioè che tali atti non gli erano mai stati trasmessi, e – quel che è peggio - sfortunatamente tale circostanza, senza verifiche ulteriori, è finita in una sede solenne come gli atti relativi alla parifica del bilancio della Regione, con conseguente aggravamento del danno in pregiudizio mio e della società che amministro. Mi riservo, perciò, di tutelare nelle opportune sedi la reputazione e l’immagine mia e di Sicilia Digitale”, conclude Ingroia.

ANTIMAFIADuemila
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