di F.C.
Una prova di sport ma, soprattutto, d’impegno civile per non dimenticare l’attentato in cui morirono Paolo Borsellino e la sua scorta
PERUGIA. Tappa umbra venerdì 30 giugno alle ore 18 in piazza IV Novembre per la Ciclostaffetta nazionale L’Agenda Ritrovata, che attraversa il territorio nazionale per commemorare il venticinquesimo della morte di Paolo Borsellino e della sua scorta con lo scopo di proporre un viaggio itinerante a due ruote verso la Sicilia che andrà a comporre “un libro rosso” che percorrendo regione per regione (su terreni scomodi, accidentati e tortuosi) andrà a testimoniare che c’è un’Italia che non ha dimenticato e che vuole ricordare e raccontare quel che è successo. Il 19 luglio il libro sarà consegnato a Palermo in via d’Amelio a Salvatore Borsellino che continua a chiedere verità e giustizia per il fratello. L’evento, organizzato dalle Agende Rosse, Gruppo Peppino Impastato di Gubbio in collaborazione con Fiab Perugia Pedala, ASD Corciano 99, Associazione di promozione sociale “Borgo Sant’Antonio Porta Pesa”, Associazione turistica Pro loco corcianese, Associazione Corciano castello di vino, è patrocinato dal Comune di Perugia.
Il programma – La staffetta proveniente da Jesi, arriverà in Via Masi (vicino alla RAI) alle 17.30 punto di raccolta dei ciclisti che intendono scortarla al traguardo. In piazza IV novembre giungerà alle 18 passando per Piazza Italia e Via Baglioni punti in cui potranno accodarsi altri ciclisti o pedoni. In piazza sarà accolta e salutata dalle Agende rosse gruppo Peppino Impastato di Gubbio e dai rappresentanti delle associazioni ed istituzioni. Si ricorderanno le vittime di mafia leggendo le loro parole o quelle dei loro cari, mentre i presenti, ciclisti, pubblico, organizzatori, appunteranno sull’agenda commenti e pensieri. Alle ore 19 gli Our Voice e Oregon Tape Crew si esibiranno in “Grida, che il silenzio è mafia!”, spettacolo teatrale e di hip hop completamente ideato, realizzato e messo in scena da ragazzi tra i 7 ed i 20 anni che usano la libera espressione artistica, musicale e teatrale per informare ed educare le nuove generazioni alla legalità.
Il viaggio è stato ideato da L’Orablù (associazione culturale nata per avvicinare le persone alla cultura e alle arti), in collaborazione con Le agende rosse, movimento nato nel 2007 per volere di Salvatore Borsellino e costituito da cittadini che agiscono perché sia fatta luce sulla strage di via D’Amelio, Radio Popolare di Milano e Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta). L’agenda rossa del magistrato Paolo Borsellino è infatti sparita misteriosamente, sottratta dalla macchina ancora in fiamme, subito dopo l’attentato di stampo mafioso del 19 luglio 1992 in cui i persero la vita il giudice e gli agenti Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli ed Eddie Walter Cosina. Un documento importante che conteneva appunti, nomi e forse rivelazioni sulla strage di Capaci in cui morì Giovanni Falcone. Che fine avrà fatto? Cosa c’era scritto? Chi ce l’ha? Tutta l’Italia se l’è chiesto e se lo chiede ancora perché a queste domande non sono mai state date risposte poiché non si è mai saputo chi l’ha sottratta e chi ancora la custodisca.
La scelta della bicicletta – Con una macchina sarebbe stato troppo semplice – si legge in una nota – ci vogliono fatica, impegno e determinazione per portare avanti delle idee e pedalare richiede tutte queste cose. La bicicletta simboleggia il legame indissolubile tra i fratelli Paolo e Salvatore Borsellino. Figli del farmacista di uno dei quartieri più poveri di Palermo, il quartiere della Kalsa, desideravano tanto avere una bici da corsa. Un bel giorno, per il figlio di una persona ricca che abitava in una casa vicina a quel quartiere, una piccola fabbrica artigianale, ne fabbricò una che quel ragazzo ebbe in dono. Però i ragazzi di quell’età, soprattutto i ragazzi ricchi e viziati, una ne pensano e cento ne fanno e quel ragazzo ne fece una troppo grossa tanto che il padre gli tolse la bici e la restituì al costruttore. Così quella bici non scorrazzò più per le strade di Palermo e restò a lungo appesa nel negozio. I due fratelli se ne innamorarono e, raccogliendo faticosamente la somma necessaria, la comprarono d’occasione, condividendone poi l’utilizzo: un giorno ciascuno, fino a quando i loro destini si divisero e ognuno andò per la sua strada. I due fratelli erano Paolo e Salvatore Borsellino: Paolo non c’è più e Salvatore vive lontano dalla Kalsa ma la bicicletta c’è ancora, anche se non corre più, e fa bella mostra di sé nella casa di Fiammetta, la figlia di Paolo, insieme all’insegna della farmacia dei genitori dei due fratelli. Questa bicicletta da corsa ha un’anima, anzi due, quella dei fratelli Borsellino, e moltissime altre se ne aggiungeranno per pedalare insieme fino a Palermo.
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Foto © Giancarlo Finessi