Il leader deciso a sospendere i deputati Nuti e Mannino. Rivelazioni su Di Battista: Putin ci aiuti nel referendum
di Antonio Fraschilla
PALERMO. Dallo staff di Beppe Grillo sono pronti a passare dagli “inviti” alla linea dura. Non appena arriverà un solo passaggio formale della Procura sulle firme false per le comunali del 2012, saranno avviate delle sospensioni d’imperio. Nel mirino in primis i due deputati palermitani coinvolti nella vicenda, Riccardo Nuti e Claudia Mannino, che mantengono la loro linea fin dall’inizio, quella cioè di non aver avuto alcun ruolo. La decisione dello staff d’intervenire con durezza è però maturata sia dopo la resistenza di Nuti e Mannino a qualsiasi autosospensione, a differenza degli esponenti regionali che hanno già fatto un passo indietro. Ma anche dopo la rivelazione di Repubblica riguardo ad alcuni professionisti che avrebbero non solo disconosciuto la loro firma a sostegno della lista per le scorse comunali, ma ribadito anche di non aver mai firmato per quelle amministrative bensì per il referendum sull’acqua del 2011.
Fino a oggi la linea difensiva del Movimento è sempre stata quella che «si è tratto di un errore, ma nessuno si è inventato firme». Se confermate le testimonianze, la realtà sarebbe diversa. Non a caso tutto il Pd, a partire dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, punta il dito proprio su questo passo in avanti nelle indagini: «Entrano nel palazzo e diventano peggio degli altri — dice Renzi da Ercolano — quando sono fuori urlano “onestà” “onestà”, poi scopri che copiano e falsificano le firme». Ieri Alessandro Di Battista era in Sicilia per un mini tour a sostegno del No in vista del referendum, in una campagna che lo vede impegnato in prima linea. Oggi esce online un nuovo capitolo di Supernova, il racconto dei due ex dipendenti della Casaleggio associati Nicola Biondo e Marco Canestrari, che tirano in ballo proprio Di Battista e il suo attivismo sul referendum. In questo nuovo capitolo si spiega l’avvicinamento di Grillo e dei suoi alla linea del leader russo Vladimir Putin. Un avvicinamento talmente spinto che avrebbe fatto invocare a Di Battista un aiuto di Putin per il 4 dicembre: «Perché non ci facciamo aiutare nella campagna referendaria dall’ambasciatore russo? Con tutto quello che stiamo facendo per loro...». Il deputato tiene molto al referendum e non ha certo gradito la distrazione che il caso firme false sta creando dentro e fuori il Movimento in vista del voto. Incalzato sul tema a Messina, ha ribadito la linea ufficiale del Movimento: «Non facciamo sconti a nessuno, valutiamo chi sono gli indagati e chiederemo loro di autosospendersi». Ma il segretario del Pd di Palermo, Carmelo Miceli, ironizza: «Li hanno talmente mandati via che all’appello di Grillo hanno risposto presente solo in due su circa trenta coinvolti». E a Palermo il meet-up grillino “Attivisti liberi” ha lanciato un sondaggio online per sfiduciare «tutti i dirigenti e deputati coinvolti nelle firme false», convocando anche uno «sfiduciaday».
Nel mirino della base ci sono tutti i deputati, compresa Claudia La Rocca, la prima ad andare dai magistrati per confermare quanto accaduto nel 2012 e la prima ad autosospendersi. Da giorni non parla pubblicamente, salvo lasciarsi andare a uno sfogo su Facebook: «Ho fatto un errore stupido, ma dovevo dire la verità». In settimana sono previsti nuovi interrogatori in Procura.
La Repubblica
Foto © Ansa
Firme false M5S: la linea dura di Grillo. Il Pd: doppia morale
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