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di Enrico Gaviano
Il sindaco vieta la proiezione del film La trattativa, sui rapporti Stato-mafia: «Una pellicola che offende Forza Italia e il presidente Silvio Berlusconi»

OLBIA. Meno male che giusto venerdì scorso Settimo Nizzi, nelle sue dichiarazioni di insediamento, aveva sottolineato una cosa: «Sarò il sindaco di tutti». Di sicuro da ieri una bella fetta della città non si sentirà più rappresentata dal nuovo sindaco. Nizzi ha esercitato la censura in maniera netta, devastante. La proiezione del film documentario “La trattativa” di Sabina Guzzanti, cui avrebbe dovuto seguire anche un dibattito con l’intervento della stessa attrice e regista e di Rita Borsellino, sorella di Paolo il magistrato ucciso dalla mafia, è stata annullata. Con un atto di imperio che cancella in un colpo solo il dialogo fra le fazioni politiche. Nizzi e l’assessore alla pubblica istruzione e alla cultura Sabrina Serra, hanno emesso, appena la voce dell’incredibile decisione iniziava a spargersi in città, un comunicato dai contorni farseschi.

«L'iniziativa di proiettare un film che contiene un attacco durissimo al partito di Forza Italia e al suo leader Silvio Berlusconi – si legge nel comunicato firmato da Nizzi e dalla Serra – è stata assunta dalla precedente Amministrazione Comunale, risulta a noi incomprensibile se non nell'ottica del becero scontro politico, e non può essere in alcun modo condivisa in quanto ci siamo impegnati sin dalle prime mosse della campagna elettorale a limitare gli scontri politici e cercare condivisione nelle scelte amministrative. Il film costituisce un'offesa ai milioni di elettori in tutta Italia che hanno nel tempo dato fiducia al partito e al suo Presidente, e verso le migliaia di elettori che pochi giorni fa hanno affidato a Forza Italia l'onore e la responsabilità di governare la nostra città».

Decisione dal sapore oscurantista, visto che il docufilm, datato 2014, è stato anche proiettato al Festival cinematografico di Venezia. È stato da molti criticato, da molti apprezzato. Come spesso accade, ma rappresenta comunque una ricostruzione degli anni 90, del rapporto Stato-Mafia, delle commistioni fra politica e poteri occulti. Per questo, quando il programma della rassegna “Sul filo del discorso” era stato varato, si era pensato di inserire la pellicola della Guzzanti. Una testimonianza per poter riflettere, capire, farsi un’idea, interpretare, quegli anni bui e terribili del nostro paese. Invece il sindaco e l’assessore alla pubblica istruzione, ed entrambi dovranno pure spiegare agli alunni delle scuole olbiesi perché si devono censurare opere cinematografiche manco fossimo nel ventennio fascista, hanno chiuso il portone della Biblioteca e detto no alla Guzzanti e alla Borsellino.

Chiaro che, a seguire ci siano state reazioni molto contrariate. Intanto dal web, con attacchi frontali a Nizzi sui social. E poi dagli esponenti dell’opposizione. A cominciare da Carlo Careddu, il capogruppo della Coalizione Civica, proseguendo poi con il Movimento Cinquestelle e Roberto Ferinaio e, ancora, con l’ex assessore alla pubblica istruzione Giovanni Antonio Orunesu. La censura è la cosa che fa più male a una società libera. La Costituzione dice esplicitamente che (art.21).

«Ognuno ha diritto di esprimere e diffondere liberamente le sue opinioni con parole, scritti e immagini, e di informarsi senza impedimento da fonti accessibili a tutti. Sono garantite la libertà di stampa e d’informazione mediante la radio e il cinematografo. Non si può stabilire alcuna censura». Nizzi invece lo ha fatto, chiarendo subito che il buonismo esibito in campagna elettorale e che lo ha portato a vincere per 300 voti, era solo di facciata. Via il film dalla biblioteca e divieto, con l’intervento della polizia locale della proiezione al Civico IV. Davvero una giornata triste per Olbia.

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