Letizia Battaglia, Silvia Camporesi, Guido Guidi raccontano la penisola
di Silvia De Santis
Da Letizia Battaglia a Guido Guidi, da Silvia Camporesi a Alessandro Imbriaco, cinque incontri per cinque sguardi sul nostro tempo: il Maxxi di Roma rinnova il simposio con la fotografia, mettendo al centro un ciclo di incontri, "Talk Like A Photographer", con i maestri dello scatto che hanno raccontato un pezzo di storia d'Italia e continuano a dipingerla con la macchina fotografica.
Si parte martedì 5 luglio alle 20 con una delle testimoni più audaci del Novecento italiano, Letizia Battaglia: prima donna fotografa a entrare nella redazione di un giornale, il quotidiano "L’Ora" di Palermo, è anche la prima europea a ricevere il prestigioso The W. Eugene Smith Award, a New York nel 1985. Dalla questione femminile alle tematiche ambientali, dai delitti di mafia ai diritti dei carcerati, sempre in prima linea nel sociale (è anche cofondatrice del centro di documentazione "Giuseppe Impastato"), la Battaglia dialogherà con Giovanna Calvenzi, mentre alcune sue fotografie saranno esposte nella mostra "Extraordinary Visions" (al Maxxi fino ad ottobre), sei memorabili scatti che denunciano incuria e scempi, ecologici ed estetici, della costa siciliana, realizzati per il MAXXI in occasione del progetto Atlante Italiano.
Stesso format, il 12 luglio, con Silvia Camporesi, rivelazione del Mia Photo Fair 2016: con il suo "Atlas Italiae" ha realizzato un poetico affresco dello stivale percorrendo rotte inconsuete. Nel suo viaggio personale palazzi, carceri, fabbriche e borghi abbandonati diventano luoghi della memoria e percorsi emotivi. Così monumenti di archeologia industriale lasciati al proprio declino, architetture fatiscenti divorate dalla vegetazione selvaggia, ex colonie balneari rivendicano la propria identità. Il paesaggio resta protagonista anche la settimana successiva, il 19 luglio, con Guido Guidi (Cesena, 1941), che porta sulla scena il panorama liminare e antispettacolare della provincia, restando in “ascolto”. Cifra della sua arte è la capacità di scandagliare l'esistente interrogandolo nella sua genesi: il suo è un lavoro stratigrafico che mira a decodificare quegli elementi del presente e del passato che si sono depositati, e che normalmente sfuggono al nostro sguardo cosciente. In mostra al Maxxi le immagini realizzate sulla A4 Torino-Venezia per il progetto Atlante Italiano 003.
Del progetto "Corpi di reato" a cura di Alessandro Imbriaco, Fabio Severo e Tommaso Bonaventura, si parlerà invece il 27 settembre, dopo la pausa estiva. Sarà l'occasione per avventurarsi in un altro tipo di esplorazione, focalizzata su dettagli meno appariscenti, ovvero le tracce della presenza mafiosa nel paesaggio, nel patrimonio culturale, nel tessuto urbano, per decifrare un fenomeno che non ha più un volto riconoscibile. A chiudere il cerchio, il 4 ottobre, sarà invece Giovanni Gastel, il celebre fotografo di moda icona di raffinatezza e eleganza, poeta ancor prima che maestro dello scatto, nipote di Luchino Visconti.