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battaglia letizia perugiaEmozionata Letizia davanti alla platea della Sala dei Notari che la saluta con un interminabile applauso
di Fabrizio Troccoli
«Ho avuto paura, molta paura quando nel buio della notte, in quel silenzio che diventa ancora più silenzioso quando ti ritrovi in camera oscura a sviluppare i tuoi negativi dopo aver  fotografato l’ennesimo uomo riverso a terra, sparato e, squilla il telefono. Tu rispondi ma dall’altra parte, niente, non risponde nessuno. Oppure quando fui invitata da Giovanni Falcone – dopo essermi presentata da lui per fargli leggere una lettera intimidatoria – a fermarmi per qualche mese, a smettere di fotografare. Ma così non fu».

FOTOGALLERY: L’INCONTRO

L’incontro E’ un fiume in piena Letizia Battaglia, la fotografa che più di tutti ha dato un’immagine alla ‘guerra civile’ negli anni peggiori della mafia a Palermo. E’ bastata una sola domanda: «Perché ti sei avvicinata alla fotografia a 40 anni?» a dare il via alla coinvolgente storia e davanti alle slide di sue immagini cruente e meravigliose, racconta di quanto sia stato difficile farsi spazio tra la polizia e i colleghi in quei luoghi in cui era appena successo un omicidio o dove stavano arrestando Bagarella che non esitò a sferrarle un calcio in preda all’ira mentre lo portavano in carcere. Ancora racconta e dà visione  di quando si trovò insieme ai suoi colleghi sul luogo dove era stato appena freddato l’allora presidente della Regione Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale presidente della Repubblica, mostrando il suo celebre scatto del momento in cui lo estraevano dalla macchina con a fianco appunto suo fratello. O ancora di quando in una sola notte, di omicidi ce ne furono ben cinque, oppure quando per istinto aprì la porta di una vecchia baracca e dentro vi trovò una madre con i suoi tre figli sul letto – da cui il celebre scatto col bambino in primo piano ai piedi del letto che guarda stupito dentro l’obbiettivo – «era quasi mezzogiorno, dice Letizia e chiesi alla signora cosa ci facesse ancora a letto a quell’ora e lei rispose che non avendo niente da cucinare, niente da mangiare, niente da fare, non potevano fare altro».

Commuove e si commuove Un racconto intenso e toccante che culmina col ringraziamento a cuore aperto di una donna che si alza dal pubblico e ringrazia da parte sua e dei suoi studenti americani, che conoscono l’Italia anche attraverso i documentari di Letizia, dicendo di essere andata via da quella stessa terra in cui non ce l’ha fatta a restare e non ha domande da fare ma «solo un grande grazie per tutto quello che ha fatto».

Il sogno, una cartolina per Letizia «Mi batterò con tutte le mie forze e sarò disposta a tutto pur di realizzarlo». E’ il sogno di Letizia, la Casa della fotografia, una scuola museo in cui far convivere la fotografia con tutte le discipline in cui viene applicata, ma anche un luogo di incontro e di culture, con un’ampia stanza museo che possa ospitare le foto di tutti i grandi fotografi che sono passati da Palermo, da Sebastião Salgado a Henri Cartier-Bresson. Il luogo già c’è, ma per fare tutto questo bisogna combattere contro le promesse dai tempi incalcolabili di quelle parti. «E allora, aiutatemi, subissiamo  il comune di Palermo con una cartolina in mio aiuto, voglio che si rendano conto di quanto sia importante per quella città un luogo del genere, voglio che sia l’Italia intera a chiederlo!».

La bellezza Ma è la bellezza il filo conduttore del racconto di Letizia Battaglia, la bellezza di una vita che diventa tale quando trova il coraggio di lasciare l’uomo che aveva sposato e iniziare la sua carriera, mettendosi per la prima volta in connessione con se stessa. La bellezza dei corpi nudi delle donne che inizia ad anteporre agli ingrandimenti delle sue immagini cruente per spostare il ‘puntum’ da un cadavere ad un bel corpo, nel tentativo di liberarsi da tutto ciò che le sta rubando anche il sonno, facendola addirittura riflettere sulla possibilità di bruciare tutti quei negativi e cancellare per sempre quel racconto. La bellezza che risiede in una bella foto che «non so dirvi cosa la rende tale, ma la so riconoscere, come quando ci si innamora di una persona”. La bellezza dell’acqua che lava e pulisce tutto.

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