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5Domani ai Cantieri si inaugura la mostra “Anthologica” racconto di vita e morte lungo 140 immagini, anche inedite
di Paola Nicita
L’archivio di Letizia Battaglia è come un grande album della città che raccoglie quarant'anni di storie di famiglia, che si sfoglia un po' con consapevolezza e un po' con la sorpresa di un ricordo che riaffiora all'improvviso: innanzitutto c'è Palermo, la città con suoi i figli, quelli difficili e quelli di cui vantarsi, e ci sono strade punteggiate di bambine e bambini di splendente e immacolato candore in mezzo a pozze di sangue. Poi c'è l'impeto di passioni, abbracci, e corpi di gioventù, gesti di sfida e sguardi senza fondo; e ancora ci sono i palazzi del potere e gli uomini che li abitano, in quella commistione collosa che incrocia le scelte opposte dell'esistenza e le gioca a dadi, gettandole sullo stesso tavolo.
Immagini che rendono presente quale sia l'esatto punto di vista per osservare il confine sottilissimo sul quale gli antagonisti del bene e del male muovono se stessi, e molto altro.
Da queste pagine di memoria in forma rettangolare di fotografie cartacee, negativi e foto digitali delle ultimissime immagini realizzate da Letizia Battaglia - premiata con il Cornell Capa Infinity Award e l'Eugene Smith, i maggiori riconoscimenti internazionali per la fotografia - sono state selezionate le centoquaranta fotografie che compongono il percorso espositivo di "Anthologia", curata da Paolo Falcone e promossa da Comune e assessorato alla cultura , che si inaugura a Zac, Cantieri culturali alla Zisa domani alle 18 (catalogo Drago edizioni, testi-omaggio tra gli altri, di Graciela Iturbide, Francesca Alfano Miglietti, Roberto And˜, Attilio Bolzoni, Giovanna Calvenzi, Christian Caujolle, Pippo Delbono, Nino Di Matteo, Helen Doyle, Donna Ferrato, Marta Gili, Melissa Harris, Giovanni Senzani, Alexander Stille, Wim Wenders, Daniela Zanzotto, Franco Zecchin; 360 pagine).
Al centro del grande spazio di Zac galleggiano sospese le immagini di Letizia Battaglia: delle foto in mostra, ben quaranta sono le immagini nuove, appena stampate, mai presentate al pubblico, con un lavoro di ricerca che restituisce nuovi frammenti e nuove storie.
Una per tutte, la fotografia che ritrae Leonardo Sciascia e Renato Guttuso, sorridenti e divertiti, sigaretta in mano, colti in un istante di spontaneità e complice confidenza. Racconta la fotografa: "L'ho scattata a Palazzo Galati, la casa di Guttuso in via Ruggero Settimo. Ricordo che sia Guttuso che Sciascia erano in quel momento nel punto più alto della loro notorietà, ed entrambi raccontavano la 'loro' Sicilia, seppure così diversa. Fu un servizio per L’Ora, o forse per l’Espresso, non ricordo questo. Però ricordo che Guttuso mi apparve diretto e deciso, con dei modi direi imperiosi, mentre Sciascia era molto dolce. Entrambi sembravano molto felici in quel momento".
Sempre Leonardo Sciascia, in un'altra fotografia inedita, è ritratto all'uscita della cabina elettorale, occhiali inforcati e scheda in mano.
Un'altra immagine saltata fuori dall'archivio è proprio una delle primissime realizzate dalla fotografa, nel periodo in cui viveva a Milano, negli anni Settanta. "Avevo appena deciso di diventare una fotografa - racconta Letizia Battaglia - e andai in tribunale. Mi divertì molto leggere sul banco degli imputati la scritta sul fascicolo in cui l'oggetto del dibattimento era ben visibile: 'Oltraggio al pudore sessuale'. I due imputati, un uomo e una donna, erano rilassati e li ho fotografati con il sorriso sulle labbra".
Dal periodo milanese arrivano anche foto inedite dedicate a Franca Rame che, biondissima e con grandi occhiali, svetta tra la folla di giovani, e le foto di Pier Paolo Pasolini, ritratto durante una presentazione, primissimo piano sul volto scolpito del regista e scrittore.
Nuove allo sguardo sono ancora tante fotografie di molti anni fa, in un cortocircuito tra passato e presente dove l'essere senza tempo di alcune immagini rafforza l'idea di uno sguardo unico, polifonico, che serve a concepire l'intera mostra come una sequenza di immagini indipendenti l'una dall'altra, e in realtà partecipi di un grande tutto, componendo una sorta di Leviatano fotografico che è uno e centomila, e mai nessuno. Perchè ogni gesto e ogni singola esistenza ritratti da Battaglia hanno un determinante peso specifico nella struttura dei bianchi e dei neri della fotografia, in quello spazio magico che si trova all'incrocio di una sequenza fatta d'occhio per ascoltare, cuore per osservare e mano ferma per scattare d'un fiato.
Sulle scale di una chiesa barocca di cui si intravedono tufo e ferri battuti, ecco salire una signora elegante, una immagine leggermente ripresa dall'alto. "Questa foto - dice Letizia Battaglia - l'ho chiamata 'Il cappello', perchè è questo oggetto che occupa tutta la scena, cancellando tutto il resto. Non si vede nemmeno il volto della signora che lo indossa, ma forse non importa. L'ho scattata ad un matrimonio, molti anni fa".
Essendo un grande album di famiglia, ecco alcune immagini legate agli affetti più cari: nella fotografia che allinea tre ritratti di donne siciliane, ecco la nipote Marta, il ritratto di marmo di Eleonora d’Aragona, quello fotografico di Rosaria Schifani, vedova di Vito, agente della scorta di Giovanni Falcone: passato, presente e futuro di una Sicilia che segna la sua diagonale come affermazione e desiderio di presenza. L’immagine scelta per chiudere la mostra, è quella di una donna giovane e bella in sala parto, la figlia Patrizia, per un itinerario che è un omaggio e un inno alla vita, malgrado tutto.
E difatti alla donne continua a guardare Letizia Battaglia, che rilancia il suo impegno per il Centro internazionale di fotografia - sempre ai Cantieri, giusto qualche metro più in là dello spazio espositivo - progettato da Antonietta Iolanda Lima e donato alla città, coronazione, per lei, di un sogno lungo una vita. Racconta Letizia Battaglia: "So che si sta lavorando per completarlo quanto prima, devo dire che non vedo l’ora. Ho ottantun anni (domani è il compleanno della fotografa, ndr) e ho fatto quel che dovevo, ma questa città ha urgenza di un luogo dedicato alla fotografia, vedo che è molto atteso. Lo testimoniano i fotografi che hanno voluto donare una loro immagine al fondo del Centro, sono centosessantacinque e tra questi con sono anche Gabriele Basilico, Franco Zecchin, Santi Caleca. Tanti sono i giovani bravissimi anche siciliani, che potrebbero avere un luogo di riferimento".
La superficie del Centro, circa cinquecento metri quadrati, è un grande spazio rettangolare con le capriate di legno ben in vista a caratterizzare gli spazi. Appena varcato l’ingresso si apre un ampio spazio scandito da una fila centrale di pilastri, concluso in alto da una grande capriata lignea. Lo illumina una sequenza di finestre che si aprono, congiuntamente all’ingresso, sulla strada principale,viale che si trova di fianco al Centro sperimentale per il cinema documentario. La sala più grande della struttura è suddivisa in due aree, che saranno dedicate la prima, alle opere degli artisti di fama internazionale, l’altra ai fotografi emergenti. Già deciso che a inaugurare il Centro Internazionale saranno due mostre: quella con le immagini donate e una esposizione tutta al femminile.
Dice Letizia Battaglia: "Ho già la mostra, la data per l’inaugurazione e il nome della curatrice, Melissa Harris, della Fondazione Aperture di New York. La mostra sarà dedicata alle donne fotografe, si chiamerà “Some Women”, e il taglio internazionale sarà l’occasione davvero speciale per vedere fotografie al femminile di artiste come Mary Ellen Mark o altre donne che hanno scritto pagine fondamentali della storia della fotografia. La data è il 5 maggio, anche se non sarà pronto lo spazio mi impegno comunque per realizzare l’esposizione. Magari porto da casa un tavolo e una sedia e mi metto lì a lavorare".

La Repubblica del 4 marzo 2016

Foto © Letizia Battaglia

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