"Confusi e gravemente amareggiati da questa vicenda e da come la si sta gestendo". L'Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia interviene nel dibattito all'Ars sulle norme a favore dei testimoni. Eravamo stati rassicurati dell'approvazione della norma che prevedeva il nostro distacco dalla sede assegnata per gravi motivi di sicurezza. Il governo regionale è al corrente che non possiamo stare un giorno di più nella sede romana della Regione a meno di non volere inaugurare una nuova forma di vittime di mafia con l'aggravante della perdurante inadempienza e incoscienza. Il Presidente dell'Associazione Ignazio Cutrò rinnova l'appello al Presidente Crocetta e alle forze politiche siciliane ad assumersi tutta la responsabilità qualora non si dovesse giungere all'approvazione nell'ambito della legge di stabilità, oggi in aula all'Ars, dellla norma sul nostro distacco. Basta alibi, basta con quella politica fatta di pressappochismo. Gravi segnali giungono dagli ambienti mafiosi e temiamo seriamente per la nostra vita e per quella di coloro che prestano servizio insieme a noi. Chiediamo con forza che si faccia tutto il possibile per scongiurare questo pericolo, per non dovere convivere con il senso di colpa di non avere fatto quanto era doveroso fare, per non dovere vivere pensando "non li abbiamo salvati". Ciascuno delle parti, Governo e Ars, si assuma la propria parte di responsabilità qualora dovesse accadere l'irreparabile. Affidiamo alla più alta carica dello Stato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, questo nostro disperato appello.
Testimoni di giustizia: ''Non un giorno di più in sede Roma''
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