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campagna graziella webIl 12 dicembre 1985, Graziella Campagna, una ragazzina di Saponara (ME) come al solito, esce dalla lavanderia dove lavorava per andare a prendere l’autobus che l'avrebbe riportata a casa, dove invece non farà più ritorno.
Il suo corpo, infatti, verrà trovato barbaramente sfigurato da 5 colpi di fucile a canne mozze presso i ruderi di una fortificazione militare sui peloritani.
Chi poteva poteva odiare tanto quella ragazzina? Di quale “terribile colpa” poteva essersi macchiata?

Il destino volle che mentre era al lavoro si ritrovasse tra le mani una piccola agendina che rivelava la vera identità del proprietario: Gerlando Alberti Junior, uno dei più pericolosi mafiosi dell'epoca che trascorreva in quei luoghi la sua dorata latitanza sotto il falso nome di ingegner Cannata.
A chi ha perso la memoria e a chi è stato depistato dai revisionismi storici, ricordiamo che nel 1996, un gruppo di ragazze e ragazzi (poco più che ventenni) che avevano da poco deciso di fare dell'antimafia un impegno di vita fondando nel 1994 l'Associazione Antimafie Rita Atria, dopo aver visto la storia di Graziella raccontata alla trasmissione “Chi l’ha visto? Indagine”, contattarono il fratello Piero offrendogli appoggio e ridando, così, nuova forza alla soluzione del caso.
Esigenze televisive hanno poi mortificato questa lotta descrivendo e raccontando la battaglia di una famiglia sola. La storia è, però, ben diversa.
All'Associazione Antimafie Rita Atria si unì il Comitato per la Pace e il Disarmo Unilaterale di Messina con il quale si scrisse un primo dossier presentato il 17 dicembre 1996 e poi un libro (1997). Le due associazioni trovarono anche l'avvocato. Era Ugo Colonna presso il quale era praticante Fabio Repici che poi ereditò la difesa di tutta la famiglia.
E per Graziella si mobilitarono, anche, scuole, ragazzi, gente comune.  
Ci teniamo, però, a ricordare che al processo di primo grado eravamo presenti solo Noi, gli avvocati, Piero e le sorelle (la madre non ce la faceva ad assistere alle udienze) e che alle  presentazioni di quel libro, le prime file erano occupate da forze dell'ordine in borghese.
Della storia fanno parte anche le ore passate in caserma a tutelare gli elenchi degli iscritti, i file spariti dai computer, un ventennio di silenzi politici.
Non abbiamo mai preteso riconoscimenti perché quello che ci è sempre interessato è che fossero condannati i colpevoli, ma soprattutto che si portasse alla luce il fitto reticolo di connivenze che sicuramente tentò di coprire quell'omicidio.
Ad oggi però non possiamo ritenerci ancora soddisfatti considerato che l'opera di giustizia non si è ancora compiuta visto che dopo trent'anni, come nella migliore delle italiche tradizioni, non tutti gli interrogativi di questa drammatica vicenda hanno trovato risposta....e soprattutto mancano i mandanti.
Questo è il nostro ricordo.
Questa è la nostra Memoria Attiva di una Vittima che attende che sia fatta Piena Giustizia: Graziella Campagna 17 anni vittima di mafia.
Noi dell'Associazione Antimafie “Rita Atria” ricorderemo Graziella in questo triste anniversario lontano dai riflettori e dalle passerelle di una politica dalla quale attendiamo una presa di posizione sul contesto istituzionale e politico e sulla masseria di don Santo.
Ed è proprio questo che vogliamo ricordare alla politica che oggi "partecipa"... a 30 anni dalla morte di Graziella.

Associazione Antimafie Rita Atria

ANTIMAFIADuemila
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