Non avrebbe denunciato presunti ricatti della Chaouqui.
Iscritto nel registro degli indagati per il reato di concussione. Tutto è legato a quelle numerose conversazioni telefoniche (intercettate) della Chaouqui con l'editore, oltre che con esponenti della politica, dell'imprenditoria e della Chiesa. I pm le stanno leggendo e ascoltando per capire se possano configurarsi i reati di estorsione o minaccia Tweet Vatileaks, dalle carte i ricatti della Chaouqui alla famiglia Berlusconi Vatileaks, Chaouqui e il marito indagati a Roma.
Il processo in Vaticano slitta al 7 dicembre Vatileaks2, a luglio monsignor Balda scrisse a Parolin per scaricare la Chaouqui Vatileaks 2 oggi in aula. Il giornalista dell'Espresso Fittipaldi: "Processo a libertà di stampa" Vatileaks 2. Gli arresti autorizzati personalmente dal Papa Roma 01 dicembre 2015 Novità dal filone italiano di Vatileaks puntata seconda (la prima era quella su Paolo Gabriele, maggiordomo di Benedetto XVI). Tra gli indagati iscritti nel registro della Procura di Roma c'è infatti anche Paolo Berlusconi, insieme alla pr Francesca Immacolata Chaouqui e al marito Corrado Lanino i cui nomi, a loro volta, erano scaturiti dagli accertamenti della magistratura di Terni sulla compravendita del castello di San Girolamo, a Narni. Paolo Berlusconi sarebbe indagato per concussione. In realtà però l'iscrizione del fratello dell'ex premier da parte dei pm capitolini Nicola Maiorano e Stefano Pesci è soltanto "un atto dovuto" perché quella era l'originaria ipotesi di reato formulata dal pm umbro Elisabetta Massini che, prima di trasmettere gli atti a Roma per competenza, aveva attribuito alla Chaouqui la veste di pubblico ufficiale, per il ruolo rivestito nella Cosea (la Commissione della Santa Sede per gli affari economici), e messo sotto inchiesta anche Paolo Berlusconi per non aver denunciato ricatti e pressioni subiti dalla donna che minacciava di far accogliere le richieste di rogatoria legate ad affari dell'ex premier. I magistrati della Procura di Roma, tuttavia, non sono del tutto convinti di quanto sostenuto dalla collega di Terni e per questo hanno preso in considerazione altre ipotesi di reato, come quella del millantato credito, in cui Paolo Berlusconi figurerebbe come vittima della minaccia. Tutto è legato a quelle numerose conversazioni telefoniche (intercettate) della Chaouqui con l'editore, oltre che con esponenti della politica, dell'imprenditoria e della curia. I pm le stanno leggendo e ascoltando per capire se possano configurarsi i reati di estorsione o minaccia. Non è escluso, poi, che i diretti protagonisti della vicenda possano essere convocati. Quanto a Silvio Berlusconi, non ci sono accertamenti a suo carico a piazzale Clodio. -
Il filone italiano della vicenda Vatileaks, Paolo Berlusconi indagato a Roma
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