La battagliera televisione di Partinico, Tele Jato, rischia di essere oscurata perché Malta ha chiesto di sopprimere ripetitori dannosi posizionati in Italia: aut aut il 2 dicembre
di Felice Cavallaro
La piccola battagliera televisione di Partinico, Tele Jato, guidata da un tante volte minacciato giornalista di trincea, Pino Maniaci, rischia di chiudere proprio mentre, dopo due anni di inchieste continue, emerge il pasticcio dell’amministrazione dei beni confiscati alla mafia. Ci avevano provato i mafiosi a farlo fuori, ma alla fine di questa esperienza di impegno civile, radicata nel paese dove fece le sue battaglie Danilo Dolci, si rischia di arrivare per una complessa questione internazionale.
Vittime di una specie di intrigo internazionale
E’ infatti il governo di Malta a sostenere da anni la necessità di sopprimere i ripetitori collocati da alcune emittenti private, compresa quella di Maniaci con le antenne sulle colline fra Partinico ed Alcamo, a Monte Bonifato, per una presunta e curiosa interferenza con le comunicazioni dell’isola mediterranea. Una sovrapposizione di segnali che risulta poco comprensibile, come dice Maniaci: «Noi siamo sulla costa tirrenica, loro stanno all’altezza di Tunisi e se la prendono con noi... Andremo a bussare alla porta di chiunque riesca a spiegarci come mai il ministero delle Telecomunicazioni, che è quello preposto a occuparsi della questione delle frequenze, pensi che un’emittente che trasmette da monte Bonifato bassa, con una potenza di 50 watt, possa arrivare a Malta e disturbare le loro frequenze».
Aut aut per il 2 dicembre
Ai ricorsi presentati da Malta il governo italiano però non avrebbe risposto e adesso scatta l’aut auto per la chiusura entro il 2 dicembre, come si lamenta Maniaci: «La Corte europea negli ultimi giorni, Italia assente, ha dato loro ragione». Di qui l’amarezza del direttore per primo lanciatosi contro il magistrato Silvana Saguto, defenestrata ex presidente delle Misure di prevenzione per l’affare dei beni confiscati: «Quello che non è riuscito alla Saguto e alla sua cricca, è riuscito a Malta. Non so quale disturbo possa arrecare Telejato, il cui segnale, solo da poco, arriva a Palermo e parte da sopra Alcamo. O meglio, da metà collina, perché sopra di noi stanno gli impianti della Rai e delle emittenti nazionali. Alle prime avvisaglie, alcuni anni fa, l’ex ministro Passera si era impegnato a darci una mano. Adesso è tutto fermo. Vedremo cosa vorranno fare il ministro Federica Guidi. Dipende da lei e dal “patron2 Renzi. Io posso solo annunciare sin da adesso che continuerò a trasmettere, anche a costo di essere arrestato».
La petizione su change.org
Immediatamente lanciata sul web, su change.org, da un cronista de Le Iene, Ismaele La Vardera, una petizione «per la sopravvivenza di TeleJato». Tema di dibattito per i prossimi giorni in vista della scadenza del 2 dicembre. Un’offerta del ministero in effetti sarebbe comunque arrivata. I due canali dei quali Malta si lamenta da anni sono denominati da due cifre, 28 e 46. Il vertice delle Telecomunicazione ne avrebbe proposto la rottamazione con il trasferimento su frequenze alternative. Ipotesi sulla quale Maniaci ironizza: «Ma non sanno che le frequenze sono tutte assegnate? Non resterebbe che rottamare. Ma non se ne parla. Io continuerò a trasmettere. Al più, posso confezionare un telegiornale in lingua maltese».
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