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8 aprile 2015
Dopo la condanna della Corte di Strasburgo all'Italia sui "colpevoli impuniti alla scuola Diaz", il presidente Pd contro la nomina dell'ex capo della polizia alla guida della holding controllata dal Tesoro: nel 2011 la Cassazione assolse il prefetto. Il premier Renzi: "Reato di tortura in parlamento, ecco la nostra risposta"

ROMA - Sui fatti del G8 di Genova la Corte di Strasburgo condanna l'Italia - "alla scuola Diaz fu tortura", ha sentenziato, "ma i colpevoli sono impuniti" - e nel Partito democratico si riapre una ferita. Matteo Orfini, presidente dem, stamani su Twitter ha puntato il dito contro Gianni De Gennaro, oggi al timone di Finmeccanica ma capo della polizia all'epoca della riunione dei capi di governo in Liguria. Nel 2011 la Cassazione lo ha assolto - assieme all'ex capo della Digos, Spartaco Mortola - secondo la formula "i fatti non sussistono". Per l'accusa, i due avevano indotto l'allora questore di Genova a mentire e gli avevano fatto ritrattare precedenti dichiarazioni nelle quali attribuiva la responsabilità degli ordini (i violenti pestaggi che seguirono all'irruzione delle forze dell'ordine) a una catena di comando che partiva dal Viminale, cioè da De Gennaro stesso.



"La Cassazione ha finalmente ristabilito la verità", aveva detto De Gennaro subito dopo aver letto il dispositivo della sentenza. "I giudici della Corte hanno confermato quanto avevano già stabilito i giudici in primo grado che mi avevano assolto".

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Passano gli anni, e nel 2013 il premier Enrico Letta (in quota Pd) - d'accordo con l'allora ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni - nomina De Gennaro alla testa di Finmeccanica. Un incarico che sarà confermato l'anno successivo, quando il nuovo presidente del Consiglio - è già Matteo Renzi -  gli affianca Mauro Moretti quale amministratore delegato. Già allora, Orfini aveva subito avanzato dubbi via Twitter: "Qualcuno mi spiega che c'entra De Gennaro con Finmeccanica?". Oggi, sempre dal social network, il commento ancora più duro: "Lo dissi quando fu nominato e lo ripeto oggi dopo la sentenza. Trovo vergognoso che De Gennaro sia presidente di Finmeccanica".




Alle parole di Orfini replica Nicola Fratoianni, coordinatore di Sel: "Siamo talmente convinti che sia una vergogna che De Gennaro sia stato nominato da Renzi al vertice di Finmeccanica, da permetterci di chiedere a Orfini, presidente del Pd, di fare qualcosa di più che un semplice tweet: chieda al presidente del Consiglio (che è anche segretario del Pd) di risolvere il problema sollevato, faccia in modo che il partito da lui presieduto e il suo governo chiudano una vicenda che non ha giustificazioni. Altrimenti sono solo parole in libertà".

Del medesimo tenore le dichiarazioni di Nicola Morra, senatore del Movimento 5 Stelle, che invita De Gennaro a dimettersi.




A ruota, dal Movimento è Vittorio Ferraresi a chiedere all'ex capo della polizia un passo indietro: "Basta ipocrisia - dice -, De Gennaro si deve dimettere. È stato nominato da un governo di centrosinistra ed è inaccettabile e vergognoso che ancora oggi parli chi ha lasciato i responsabili al suo posto. Si prendano le proprie responsabilità gli esponenti di destra e sinistra che hanno acconsentito a tutto ciò".

Intanto, da oggi la Camera cercherà di fare presto per rimediare al vuoto segnalato dalla Corte di Strasburgo. Per la legge italiana, infatti, il reato di tortura ancora non esiste e rappresenta il primo motivo che ha portato alla condanna del nostro Paese. E su Twitter, il premier Renzicita proprio il reato di tortura per rispondere al no-global Luca Casarini che lo aveva sollecitato a dire qualcosa sulle torture alla scuola Diaz: "Quello che dobbiamo dire - scrive il capo del governo - lo dobbiamo dire in parlamento con il reato di tortura. Questa è la risposta di chi rappresenta un Paese".




Una frase a cui rispondono in una nota i deputati grillini: "La risposta per chi governa un Paese non è portare in aula un testo che si limita a simulare l'introduzione del reato di tortura nel nostro codice penale, ma avere il coraggio, o più semplicemente il senso del pudore, di rimuovere De Gennaro dalla presidenza di Finmeccanica, fra i principali protagonisti dei terribili fatti della Diaz. Letta in persona - aggiungono - spiegò che De Gennaro rispondeva ai requisiti di onorabilità e professionalità richiesti. All'indomani della condanna giunta dall'Ue siamo dunque curiosi di sapere cosa ne pensa Renzi di De Gennaro, visto che è stato il suo governo a confermarlo ai vertici di una delle partecipate più importanti e strategiche del Paese. Il premier si assuma le sue responsabilità. E Orfini guardi in casa propria prima di sparare sentenze".

Sulla vicenda interviene anche Magistratura democratica, la quale auspica che la condanna all'Italia "serva almeno a togliere qualsiasi alibi a chi ancora si oppone all'introduzione del reato di tortura". E ancora: "Una condanna che il nostro Paese avrebbe forse potuto evitare, se solo si fosse dotato per tempo di una normativa adeguata contro la tortura, come le imponeva la Convenzione Onu ratificata sin dal 1988. Per una volta, sarebbe bastata una riforma 'a costo zero' per adeguare la giustizia italiana agli standard europei".


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