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lo-monaco-vito-c-ansaSecondo studio sono 250mila le famiglie siciliane indigenti
8 aprile 2015
Palermo. "Almeno 250mila famiglie siciliane vivono in povertà assoluta, per questo proponiamo un ddl regionale d'iniziativa popolare di sette articoli che introduca una integrazione al reddito delle famiglie siciliane bisognose".

Lo ha detto Vito Lo Monaco (in foto), presidente del centro studi Pio La Torre, alla presentazione della proposta di legge all'Auditorium Rai di Palermo. Il gruppo di lavoro dell'Osservatorio sui Fondi Europei del Centro Pio La Torre ha calcolato che sono 924mila le famiglie che vivono in povertà relativa. L'iniziativa ha già raccolto diverse condivisioni e adesioni trasversali tra Anci e Caritas siciliane, comunità di Sant'Egidio, sindacati, Confindustria, ma anche rappresentanti del terzo settore, come l'associazione Libera.

La proposta di legge dovrà essere sottoscritta da diecimila elettori siciliani, ma l'obiettivo dei proponenti è arrivare a un numero di almeno cinquantamila sottoscrizioni da far pesare sull'agenda dell'Ars, sollecitandola così a prendere atto che "Il 52,3% delle famiglie siciliane non arriva a fine mese, non riesce a pagare le bollette, o non può affrontare una spesa improvvisa - si legge nella relazione dell'osservatorio sui Fondi Europei del Pio La Torre - il 41,1% è a rischio povertà, contro una media nazionale del 19,1%, e il 32,5% versa in stato di povertà relativa, contro una media nazionale del 12,6% e del 26% nel Sud". "Per superare la soglia della povertà assoluta stimata dall'Istat in poco più di 800 euro mensili per famiglia, basterebbero da 70 a 120 milioni l'anno nella prima applicazione - ha aggiunto Lo Monaco - prevedendo una diminuzione negli anni successivi per il miglioramento delle condizioni complessive delle famiglie".

L'iniziativa prevede anche l'erogazione di una carta regionale per gli acquisti di beni e servizi da parte di chi vive in povertà assoluta alimentata mensilmente fino al raggiungimento della cifra prevista per l'integrazione al reddito. L'eventuale credito residuo potrà essere speso nei mesi successivi. "I nuovi poveri sono tanti e sono i più umiliati perché hanno dovuto cambiare bruscamente il loro stile di vita - ha detto il vescovo di Mazara, monsignor Mogavero, presente all'iniziativa - questo deve essere un atto di giustizia e non di carità, perché altrimenti sarebbe degradante per chi la fa e per chi la riceve".

"Qui la vita politica è inquinata dalla tendenza a barattare il voto contro favori, anche di minima entità - ha sottolineato Lo Monaco - Il controllo del voto ha visto spesso come protagoniste le cosche mafiose. Per questo è importante rendere i cittadini meno dipendenti dalla morsa del bisogno". Intorno a questo asse si è saldato l'impegno con l'associazione Libera, che a livello nazionale si è mobilitata da mesi per l'istituzione di un reddito di dignità dopo l'avvio della campagna "Miseria Ladra".

"Il 26 marzo abbiamo chiesto un incontro urgente ai 13 gruppi parlamentari all'Ars per istituire un reddito minimo contro le povertà e contro le mafie - ha detto il presidente regionale di Libera, Umberto Di Maggio - Dei 13 gruppi, però, finora l'unico incontro avvenuto è stato col gruppo parlamentare dei 5 Stelle".

ANSA

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