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Francesco Paolo e Angelo Provenzano all'agenzia Ansa: "Venga resa pubblica l'immagine di nostro padre".
27 marzo 2014
Palermo. "Su quali ragioni si fonda un trattamento differenziato solo per nostro padre?
Anzi, in verità solo per noi che siamo gli unici a subire, incolpevoli, questo regime 'speciale'. E' come se dicessero che siamo noi sospettati di portare messaggi fuori o da fuori". Lo dicono, all'ANSA, Francesco Paolo e Angelo Provenzano, figli del capomafia di Corleone, dopo la decisione del ministro della Giustizia di prorogare il 41 bis per il boss nonostante il parere contrario espresso di tre Procure.

"Perizie mediche e relazioni del reparto ospedaliero di Parma riconoscono l'incapacità di nostro padre - spiegano -. Alla luce di tali atti le Procure hanno espresso parere negativo alla proroga del 41 bis. Il ministro, invece l'ha prorogato. Ci chiediamo: esiste altra perizia medica che smentisce e dichiara false le precedenti? Pensiamo di no". "Chiediamo, a questo punto, - aggiungono - che sia resa pubblica l'immagine attuale di questo 'detenuto speciale' con gli occhi al soffitto, chiuso in una stanza blindata con tre guardie del Gom e un sondino al naso per nutrirsi". "Esistono le registrazioni auodiovideo - spiegano - degli pseudo colloqui mensili con noi. Solo davanti a tale fotografia si può capire quale 'pericoloso' soggetto si tiene al 41 bis".

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