14 gennaio 2014
Antonio Ingroia è arrivato nel tribunale viterbese dove era prevista l’udienza preliminare del processo a carico di Monica Mileti, accusata di omicidio colposo per aver ceduto la dose di eroina che avrebbe ucciso il medico Attilio Manca.
L’unica imputata per la morte di Attilio.
“E’ nostra intenzione far riaprire il caso dalla Procura nazionale antimafia”.
Questa la volontà della famiglia Manca. Perché, sebbene per gli inquirenti viterbesi il caso sia chiuso, mamma Angela vuole “la verità. Lo devo a mio figlio Attilio”.
La famiglia Manca ha sempre sostenuto la tesi dell’omicidio di mafia. “Negli stessi giorni in cui il boss Bernardo Provenzano era ricoverato a Marsiglia per sottoporsi ad un intervento alla prostata mio figlio – racconta mamma Angela – mi telefonò dicendomi di trovarsi in Costa Azzurra per vedere un intervento. Fu lui ad operare Provenzano in laparoscopia: Attilio all’epoca era uno dei pochissimi medici in Italia ad eseguire quel tipo di intervento. Mio figlio era diventato un testimone scomodo e me l’hanno ammazzato”.
Le carte confermano che l’urologo non era in servizio all’ospedale Belcolle di Viterbo negli stessi giorni in cui Provenzano veniva operato a Marsiglia. A differenza di quanto riportato sul verbale a firma dell’allora capo della Squadra mobile, Salvatore Gava, sul quale è scritto che Manca è di turno.
“Andremo avanti e avvieremo tutte le indagini difensive necessarie a far riaprire il caso. Vogliamo verità e giustizia e cercare di riparare a un chiarissimo errore giudiziario”.
articolotre.com
VIDEO © TusciawebTv
Caso Manca - Ingroia a Viterbo: "Delitto mafioso"