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Pioggia di solidarietà alla titolare di “Porta d’oro”
di Alessandra Ziniti - 27 dicembre 2013
La rivolta antiracket questa volta corre sul web. E conquista a piene mani solidarietà e ammirazione che arrivano da tutta Italia, dai commercianti del Sud che conoscono la vessazione delle organizzazioni criminali ma soprattutto da tante gente del Nord che invita i siciliani alla ribellione. Valentina Di Lorenzo, volto noto del commercio palermitano, figlia della titolare del negozio di arredamento “Porta d'oro” non credeva di scatenare tanto rumore quando alla vigilia di Natale ha creato, sul suo profilo facebook, una sorta di cartolina scrivendo sotto l’immagine della saracinesca del negozio annerita dall’incendio doloso appiccato dieci giorni prima, un ironico messaggio di auguri agli emissari del racket: «Possono colpirci all’esterno e bruciarci ma i nostri valori e la nostra anima non saranno mai scalfiti. Che il Natale illumini le loro menti». Post fin troppo esplicito ritirato il giorno di Natale, quando i siti di informazione e le tv hanno amplificato la sua iniziativa, e sostituito con un più soft ma altrettanto eloquente: «Non facciamoci fermare da nessuno. Mai».
«Brava. Buon Natale alla gente come voi che lavora onestamente», «Tenete alta la testa», «Io ho denunciato e li ho fatti arrestare tutti». In poche ore, il profilo facebook del negozio è stato sommerso da decine di post di solidarietà e di incoraggiamento, anche da parte di altri esercenti vessati dal racket. Racket che - a quanto hanno raccontato ai carabinieri e dichiarato sin dal primo momento - non aveva mai avanzato alcuna richiesta ai titolari di quello che pure è uno dei negozi più antichi di via Galileo Galilei. La mamma di Valentina, Raffaella Di Maio, lo manda avanti dal 1976 e fino ad ora non era mai successo nulla.
La prima intimidazione, di chiaro stampo mafioso, è arrivata nella notte tra il 13 e il 14 dicembre con un bidone di benzina versato sul caratteristico portone del negozio e dato alle fiamme. A spegnere l’incendio, prima che facesse troppi danni, la stessa titolare del negozio che abita nello stabile sovrastante che, richiamata dall’allarme e aiutata dai vicini, ha affrontato le fiamme con secchi d’acqua prima dell’arrivo dei vigili del fuoco.
Alla fine, saracinesca annerita, impianto elettrico in tilt, vetri in frantumi e per fortuna nulla di più tanto che la titolare, la signora Di Maio coadiuvata dalle tre figlie, ha riaperto i battenti il giorno dopo l’attentato. «Non ho mai ricevuto richieste, questa è una zona tranquilla, non so chi possa avere fatto questo ma non ho paura», ha detto agli inquirenti che l’hanno sentita. Ancora più battagliere le figlie, Valentina e Debora: «Non ci faremo intimidire, andiamo avanti tranquillamente».
Il “Porta d’oro interior design” non fa parte della rete dei negozi “Pizzofree”. Le titolari non si sono associate ad Addiopizzo e neanche dopo l’intimidazione hanno preso contatti con l’associazione che segue chi decide di ribellarsi alle imposizioni del racket.

Tratto da: La Repubblica-Palermo del 27 dicembre 2013

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