4 settembre 2013
C’erano tanti personaggi importanti della mondo politico, istituzionale e dell’associazionismo in occasione del corteo organizzato dall’Anaam, Associazione Nazionale Amici di Attilio Manca, che si poneva come obiettivo quello di riaccendere l’attenzione sul caso della morte dell’urologo, trovato senza vita nella sua abitazione di Viterbo nel febbraio 2004, dopo che il Tribunale di Viterbo ha disposto l’archiviazione per la maggior parte degli imputati accusati di cessione di droga nei confronti del medico all’epoca trentaquattrenne.
C’erano i sindaci di Messina, Barcellona e Salina, Renato Accorinti, Maria Teresa Collica e Massimo Lo Schiavo, ma anche Antonio Ingroia (Leader di Azione Civile), Salvatore Borsellino fratello di Paolo, l’europarlamentare Sonia Alfano presidente della Commissione Speciale Antimafia, che hanno ribadito la necessità di fare piena luce su una morte che nasconde, a loro parere, ancora tanti lati oscuri, nonostante quattro sentenze di archiviazione da parte della magistratura di Viterbo. Proprio per questo, accogliendo anche un pensiero della famiglia di Attilio, i coniugi Gioacchino ed Angela ed il fratello Gianluca, sia Ingroia, sia la Alfano hanno sottolineato l’importanza che la Dna, Direziona Nazionale Antimafia, si interessi all’inchiesta sulla morte di Attilio, che, a loro parere, è stata condotta in maniera superficiale da parte dei magistrati laziali.
Alla manifestazione erano presenti, tra gli altri, anche Rosario Duca, Presidente Arcigay Messina, Santo Laganà, presidente Associazione Rita Atria, Nadia Furnari, socia Fondatrice dell’Associazione Rita Atria, Olga Nassis, Reggente SEL Sicilia, Luciano Armeli Iapichino, autore del libro ” Le vene violate” , la testimone di giustizia Valeria Grasso, Riccardo Orioles giornalista-scrittore, socio fondatore della rivista “I Siciliani”, i giornalisti-scrittori Antonio Mazzeo e Luciano Mirone, e Sonny Foschino, Presidente dell’Associazione Peppino Impastato. Lo stilista Gianluca Alibrando e Sabrina Smedili, collaboratori dell’ANAAM, hanno sottolineato lo sdegno per la conclusione di un’inchiesta a cui anche loro, come la famiglia Manca, non vogliono arrendersi: “Continueremo a cercare la verità, perchè non vogliamo che la figura di Attilio, un medico dalle grandi potenzialità, venga infangata dall’ipotesi che la sua sia stata una morte da overdose. C’è altro dietro a questa morte e vogliamo che venga fatta vera giustizia”.
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