Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

13 maggio 2013
Il procuratore aggiunto ha chiesto anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per l'ex premier. Nella requisitoria l'accusa ha ricostruito le serate di Arcore parlando di un sistema prostitutivo organizzato attorno al Cavaliere. Al centro dell'atto d'accusa la figura e le ambizioni di Karima El Mahroug. Il pm: "La giovane ha senza dubbio avuto rapporti sessuali con il leader dei Pdl dai quali ha tratto benefici".

boccassini-processo-berlusconi

Una condanna a sei anni per prostituzione minorile (un anno) e concussione (cinque anni) e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici: questa la richiesta di Ilda Boccassini al termine della requisitoria del processo Ruby a carico di Silvio Berlusconi. Le arringhe della difesa si terranno il 3 giugno, mentre la sentenza è attesa per il 24 giugno. La Boccassini ha spiegato che "le ragazze invitate ad Arcore facevano parte di un sistema prostitutivo organizzato per il piacere di Silvio Berlusconi. Un sistema che fa capo a tre persone in particolare: Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora. Ruby era una delle ragazze e non c'è dubbio che abbia fatto sesso con il Cavaliere ricavandone benefici e una somma complessiva di quattro milioni e mezzo di euro".

INCHIESTE Il caso Ruby

INCHIESTE La notte della nipote di Mubarak

Le telefonate

Gli organizzatori delle feste.

La Boccassini, nel corso del suo atto d'accusa, ha affermato che "non c'è dubbio che il fatto che Ruby, avesse meno di 18 anni, fosse noto" a chi organizzava le feste di Arcore nel settembre 2009, per l'allora premier Silvio Berlusconi. Il pm ha ricostruito tutti gli spostamenti della giovane marocchina tra la Sicilia, dove vivono i suoi genitori, e Milano e i contatti che portarono la ragazza a conoscere gli organizzatori delle feste per l'ex premier a partire da Lele Mora ed Emilio Fede. Contatti confermati dal controllo sulle utenze telefoniche delle persone coinvolte.

Furbizia orientale. Il pubblico ministero ha descritto il carattere di Karima. Ruby era "furba di quella furbizia orientale propria della sua origine - ha spiegato il pm - I genitori sono persone umili che non riescono a tenerla a freno. Lei ha in mente un solo e unico percorso. Riesce a sfruttare - aggiunge - l'avvenenza fisica da un lato e il fatto di essere musulmana dall'altro, lasciando credere di subire il padre padrone e di essere scappata". Sempre riguardo a Ruby, la Boccassini ha sottolineato come non ci possano essere dubbi, da una lunga serie di testimonianze e prove, che la giovane si prostituisse. Ruby è stata "vittima del sogno italiano" in negativo, quello che hanno "le ragazze delle ultime generazioni in Italia", i cui unici obiettivi sono "entrare nel mondo dello spettacolo e fare soldi".

La prima volta ad Arcore. La Boccassini ha poi ricostruito la prima serata di Ruby ad Arcore, il 14 febbraio del 2010. "La minore - ha detto - venne accompagnata da Emilio Fede che non poteva non sapere che la ragazza aveva meno di 18 anni in quanto era stato membro della giuria di un concorso di bellezza al quale la ragazza aveva preso parte". Il pm ha sottolineato che, data la fedeltà di Fede a Berlusconi, è impossibile credere che l'ex direttore del Tg4 non abbia informato il Cavaliere che quella ragazza era ancora minorenne.

Il denaro per Lele Mora. Quella sera ad Arcore non era presente Mora, che si trovava fuori Milano. Ma il ruolo del manager resta fondamentale nella vicenda. "Mora - ha spiegato il pm nella requisitoria - aveva un interesse assoluto a favorire Silvio Berlusconi. La sua società era in fallimento, la sua vita attaccata a un filo e aveva bisogno di tanto danaro. Il presidente Silvio Berlusconi - ha continuato - ha elargito una somma pari a circa cinque milioni di euro a Lele Mora, cercando di salvarlo dal fallimento. Soldi che lui ha intascato: in parte sono andati in Svizzera, in parte a Emilio Fede. Questo è il contesto del 14 febbraio 2010".

Le altre ragazze. Subito dopo la prima visita ad Arcore, ha ricostruito la Boccassini, iniziano i frequenti contatti di Ruby con gli altri ospiti delle feste: Nicole Minetti, Miriam Loddo, Maristelle Polanco, Lele Mora, Emilio Fede, Barbara Guerra. "E avvengono con il cellulare in uso al ragionier Giuseppe Spinelli dal 26 maggio al 1 giugno". Perché, chiede la Boccassini, i contatti di Ruby con Spinelli, ufficiale pagatore del Cavaliere, iniziano solo alla fine di giugno? "Non può che avere un unico significato: fino a quel momento aveva direttamente dall'imputato Berlusconi quello che le occorreva per vivere, in cambio delle serate ed altro ad Arcore".

False testimonianze. Proprio su questi personaggi, l'affondo della Boccassini. Nel corso del processo alcuni testimoni "sono stati costretti a mentire" ha affermato il procuratore aggiunto. Un passaggio che ha fatto infuriare l'avvocato Piero Longo, uno dei difensori dell'ex premier, che per alcuni istanti ha interrotto la requisitoria. Boccassini, in particolare, ha citato due testi che, a suo dire, avrebbero detto il falso: la showgirl Miriam Loddo e l'ex consigliere per le relazioni estere di Berlusconi, Valentino Valentini.

La notte in questura. Il secondo capitolo dell'atto d'accusa riguarda la notte del 27 maggio 2010 quando Ruby venne portata in questura. L'episodio del fermo di Ruby era "imprevedibile" ma le notizie di stampa di quel periodo davano "un quadro sulla sfera personale del premier - ha sottolineato la Boccassini - che trascendeva la sfera personale e sfiorava ipotesi di reato. Questo non poteva essere sconosciuto dai funzionari della questura di Milano". Il pm fa riferimento al caso di Noemi Letizia e alle foto scattate a Villa Certosa, per sostenere che i funzionari della questura dovevano sapere quali erano le ragioni dell'intervento del premier e di Nicole Minetti per la ragazza fermata.

Un apparato militare. L'accusa ha ricostruito nel dettaglio le vicende di quella notte affermando che Silvio Berlusconi ha abusato della sua posizione per far rilasciare Ruby, fermata dalla polizia quando era ancora minorenne. "L'imputato - ha spiegato il pm -, abusando della sua qualifica di presidente del consiglio, ha fatto sì che la minore ricevesse un indebito vantaggio, uscendo dalla sfera di controllo della polizia; e per sè che non si disvelasse quanto accadeva nelle serate di Arcore. Una batteria, un apparato militare si scatena per proteggere la ragazza".

Tratto da: milano.repubblica.it

ARTICOLI CORRELATI

Ruby, la requisitoria in diretta del pm Boccassini

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos