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napolitano-giorgio-web6In mattinata la quinta FUMATA NERA
di - 20 aprile 2013
Eletto con il sostegno di Pd, Pdl, Lega e Scelta Civica
MILANO - Giorgio Napolitano rieletto presidente della Repubblica, primo capo dello Stato della storia d'Italia a ricevere l'incarico per due volte.

LA SCELTA - Nel primo pomeriggio, dopo la richiesta di Pd, Pdl, Scelta Civica, Lega e una mattinata di colloqui con i rispettivi leader, Napolitano dice sì alla ricandidatura. «Sono disponibile, non posso sottrarmi. Ora però serve un'assunzione collettiva di responsabilità» dice, nonostante in precedenza avesse più volte ribadito di non volere un nuovo settennato.

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I DEMOCRATICI - La richiesta a Napolitano arriva dal Partito democratico e viene subito condivisa da Pdl, Lega e Scelta Civica, che si uniscono attorno al nome del capo dello Stato, mettendo da parte - nel caso dei montiani - il sostegno ad Anna Maria Cancellieri.
«Dai confronti è emersa una convergenza ampia per la richiesta a Napolitano di una sua rielezione» spiega Bersani all'Assemblea dei gruppi. Quando poi il segretario comunica che Napolitano è disponibile c'è un'ovazione.

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L'Assemblea si esprime a favore del nuovo mandato, con un voto contrario (Mineo) e quattro astenuti. Più tardi Bersani chiarisce che «con Napolitano si è discusso soltanto di presidenza della Repubblica e di un suo eventuale nuovo mandato», smentendo le voci sull'eventuale futuro governo e sui possibili premier. In primis, Giuliano Amato, il cui nome circola sui social network.
«Ho votato scheda bianca e non sono l'unico nel Pd» ammette Pippo Civati. «Capisco che a questo punto fosse necessario eleggere il Presidente della Repubblica, ma così non va - spiega-. E non capisco perché non si sia voluto prendere in considerazione il nome di Rodotà». Si sfila anche il ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca che pochi giorni fa, dopo essere entrato nel Pd, aveva presentato il suo «manifesto per il buon governo». «Incomprensibile che il Pd non appoggi Stefano Rodotà o non proponga Emma Bonino» scrive su Twitter.

VIDEO Vendola: «Non voteremo Napolitano»

GLI ALTRI PARTITI - Pdl e Lega voteranno Napolitano al sesto scrutinio. Da parte del Carroccio, però, una condizione: «No ad un governo Amato». «L'ho detto a Berlusconi e al presidente della Repubblica - spiega Maroni -: la Lega vuole un governo politico che duri per l'intera legislatura e che dialoghi con le Regioni per risolvere i problemi del territorio e si basi sul lavoro dei 10 saggi».
Annuncia che non voterà Napolitano, Fratelli d'Italia, contrario alla conseguente nascita di un governo di larghe intese.
Sel invece, così come il M5S, conferma il sostegno a Stefano Rodotà. «Non è una scelta contro il nome del presidente - spiegano dal partito di Vendola -, ma contro un metodo che porterà al governissimo». Durissimo invece Grillo, che grida al «colpo di Stato», parte per Roma e raduna la piazza: «Dobbiamo essere milioni» scrive sul suo blog.

RODOTÀ - Poco dopo Rodotà prende le distanze da quella che viene già definita la «marcia su Roma»: «Ringrazio tutti quelli che pensano a me e sono contento che il mio nome parli alla sinistra italiana - dice ai giornalisti -. Per quanto riguarda le ultime vicende sono sempre stato convinto che le decisioni parlamentari possano e debbano essere discusse e criticate anche duramente ma partendo dal presupposto che si muovono nell'ambito della legalità costituzionale».

PRIMATO - Giorgio Napolitano, 87 anni, è il primo capo dello Stato a ricevere la richiesta di rielezione essendo ancora in carica. Oltre a essere stato il primo presidente proveniente dal Pci, potrebbe quindi anche diventare il primo presidente eletto per la seconda volta.
La sua disponibilità viene accolta con favore in Europa. «Ringrazio il presidente Napolitano per la sua assunzione di responsabilità e la sua generosità, nell'accettare la ricandidatura a presidente in un momento così difficile» scrive in una nota il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Soddisfatti anche la Conferenza episcopale italiana (Cei) e l'Osservatore Romano. Scrive il quotidiano della Santa Sede: «È ancora una volta Giorgio Napolitano la vera risorsa della Repubblica».

FOTOGALLERY Quirinale, il terzo giorno di votazioni

LA MATTINATA
- In mattinata al Quirinale si erano susseguiti senza sosta i colloqui con i leader politici: Napolitano aveva incontrato separatamente Bersani, Berlusconi, Monti e un gruppo di presidenti di Regione e grandi elettori di diversi schieramenti politici (tra loro i leghisti Maroni, Cota e Zaia). E una nota del Colle recitava: da parte di Pd, Pdl, Scelta Civica e Lega è emersa «la convinzione che - nella grave situazione venutasi a determinare - sia altamente necessario e urgente che il Parlamento possa dar luogo a una manifestazione di unità e coesione nazionale attraverso la rielezione del Presidente Napolitano».
Come previsto, invece, si era svolta senza esito la quinta votazione. Rodotà aveva ottenuto 210 voti (uno in più della somma M5S e Sel), Napolitano 20, Rosario Monteleone 15, Emma Bonino 9, Anna Maria Cancellieri 3, Massimo D'Alema 2, Franco Marini 2. I voti dispersi erano stati 14, le schede bianche 445, le schede nulle 17. Pd, Scelta Civica e Lega avevano votato scheda bianca, il Pdl non aveva partecipato allo scrutinio. I parlamentari di Sel avevano votato Rodotà, così come i 5 Stelle, compatti sin dalla prima votazione sul nome del proprio candidato.

Tratto da: corriere.it

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