18 marzo 2013
L’ignoranza di questo Paese sulle stragi del 1993, non da parte dei ragazzi studenti, bensì da parte dei “grandi”, ci sconvolge sempre, infatti pare che non un cane si sia letto uno straccio di carte processuali per le stragi del 1993.
Il neo Presidente del Senato Pietro Grasso, in un recente incontro, ha parlato di un mancato attentato verso la sua persona da parte di “cosa nostra” durante il periodo della trattativa Stato-Mafia.
La mafia infatti in quel periodo pare volesse uccidere uomini che combattevano la mafia come il Proc. Grasso e uomini dalla mafia ritenuti “traditori”.
Infatti il 6 Giugno 1997 in aula a Firenze davanti alla corte di Assise e al PM Gabriele Chelazzi, durante il processo per le stragi del 1993, Gioacchino La Barbera, collaboratore di giustizia, a pagina 23 e 24 del verbale di deposizione, ci ha raccontato per filo e per segno il mancato attentato al Proc. Grasso collocando tutto molto bene temporalmente e descrivendo i luoghi dove doveva avvenire l’attentato.
Gioacchino la Barbera ha tra l’altro messo in risalto in quel contesto le proteste dei detenuti per quanto riguarda l’articolo 41–bis.
La nostra Associazione il 14 Aprile 2005 ha tenuto all’Università di Novoli un convegno in proposito, abbiamo messo sui monitor le testimonianze dei collaboratori di giustizia nell’anniversario della morte di Gabriele Chelazzi.
Diciamo tutto questo perché la stampa, i media e quant’altro in queste ore hanno riportato il mancato attentato al neo Presidente del Senato come se fosse cosa inedita.
E’ tanto inedita che è dettagliatamente scritto nei verbali di deposizione del processo per le stragi del 1993!
Rivolgiamo in modo provocatorio ancora una volta la domanda che abbiamo posto il 16 Marzo u.s. all’incontro di Libera: “Ma dove eravate in questi ultimi 20 anni?”
Giovanna maggiani Chelli
Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
Ass. Georgofili: 'Il mancato attentato di Cosa Nostra a Pietro Grasso non è cosa inedita'
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