A latere dell’istanza presentata alla Commissione Antimafia Europea il testimone di giustizia Giuseppe Carini ha stilato una considerazione conclusiva che riportiamo di seguito.
La mia voce è la voce dei Testimoni di Giustizia, le mie parole sono le parole di chi oggi non ha più voce ne parole come Rita Atria, Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola e di tante altre vittime morte di solitudine e nella solitudine dimenticate.
Il loro sacrificio, la loro morte non peserà su nessuno, non peserà neanche allo Stato che sarà legittimato a dire “abbiamo fatto il possibile non era sotto la nostra protezione”.
Noi che viviamo il tempo presente abbiamo una grande opportunità ma anche una grande responsabilità che è quella di dare un segnale forte e chiaro della centralità degli onesti nella politica dell’Unione Europea.
Oggi questa opportunità, questa responsabilità noi Testimoni di Giustizia la condividiamo con la Commissione speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro (CRIM).
Il venir meno a questa responsabilità equivale a rinunciare a vivere onestamente e quindi a vivere piegati alle nostre paure, ai nostri colpevoli silenzi ed in definitiva a vivere piegati e soggiogati agli interessi delle mafie.
Se un uomo cammina curvato torce la schiena, ma se a camminare curvato è un popolo insieme alle istituzioni comunitarie (Consiglio, Parlamento e Commissioni) allora a piegarsi è la storia.
1° novembre 2012
Giuseppe Carini
In foto: Giuseppe Carini, 43 anni, a Palermo nel 2011 per raccontare la sua esperienza in occasione del Premio intitolato a Don Puglisi.