19 luglio 2012
Roma. «Si sta lavorando, si deve lavorare senza sosta e senza remore per le rivelazione e sanzione di errori ed infamie che hanno inquinato la ricostruzione della strage di via D'Amelio»: è quanto scrive il presidentedella Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato ai magistrati di Palermo per ricordare Paolo Borsellino nel ventennale della strage di via D'Amelio.
«Si deve giungere alla definizione dell'autentica verità su quell'orribile crimine - dice Napolitano - che costò la vita a un grande magistrato protagonista con Falcone di svolte decisive per la lotta contro la mafia».
«Nessuna ragion di Stato può giustificare ritardi nell'accertamento della verità». «Come ha fermamente dichiarato il presidente del Consiglo Monti non c'è alcuna ragion di Stato che possa giustificare ritardi nell'accertamento dei fatti e delle responsabilità, ritardi e incertezze nella ricerca della verità specie su torbide ipotesi di trattativa tra Stato e mafia - ha detto Napolitano - E proprio a tal fine è importante scongiurare sovrapposizioni nelle indagini, difetti di collaborazione tra le autorità ad esse preposte, pubblicità improprie e generatrici di confusione. Su ciò deve vegliare tra gli altri il presidente della Repubblica, cui spetta presiedere il Consiglio superiore della magistratura: e deve farlo, come in questi anni ha sempre fatto, con linearità, imparzialità, severità».
«Contraffazione della verità è un'umiliazione per lo Stato democratico». «La falsa e distorta verità giudiziaria - dice Napolitano - che Agnese Borsellino denuncia sia stata costruita per via giudiziaria sulla morte del marito è stata una contraffazione della verità che ha portato un secondo terribile dolore e una umiliazione per chi rappresenta lo Stato democratico».
Tratto da: ilmessaggero.it