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27 giugno 2012
Palermo. Il vicepresidente del Csm Vietti, intervistato da Agorà, su Rai Tre, ha detto che tra le prerogative del capo dello Stato c’è quella di “attivare i poteri di controllo” e, sulle intercettazioni relative a Nicola Mancino, ha aggiunto: “Ricordo che stiamo parlando di una telefonata fatta da un ex ministro dell'interno ed ex vicepresidente del Csm al consigliere giuridico del Quirinale che avrebbe attivato poi, come nelle prerogative del Colle, un intervento sul procuratore generale della Cassazione”. A replicare, con una nota, c’è Sonia Alfano, eurodeputata e Presidente della Commissione Antimafia Europea, che definisce le dichiarazioni del vicepresidente del Csm “una vera e propria castroneria giuridica”. “Le uniche competenze del Presidente della Repubblica sull'ordine giudiziario e solo indirettamente sulla giurisdizione (in quanto ad esempio fatti rilevanti su responsabilità disciplinari o disfunzioni di qualche ufficio giudiziario) - afferma Sonia Alfano - investono solo ed esclusivamente il suo ruolo di Presidente del CSM, dell'ordine del giorno delle cui sedute è titolare, salvo che non le deleghi al vicepresidente. Ma il Presidente del CSM - sottolinea la presidente della Commissione Antimafia Europea - non è un organo monocratico. L'organo è il CSM ed è collegiale, presieduto dal Capo dello Stato. Fuori dal suo ruolo di Presidente del CSM, le cui competenze collegiali il Presidente non può usurpare attivandosi autonomamente da organo monocratico (sarebbe un attentato alla Costituzione) - aggiunge - il Capo dello Stato non ha alcuna prerogativa in materia giudiziaria, essendo l'esercizio della giurisdizione, ai sensi dell'art. 101 della Costituzione, vincolato solo alla legge e non certo al Presidente della Repubblica. Stupisce - conclude - che il vicepresidente del Csm non conosca le basi del diritto o, peggio ancora, finga di non conoscerle”.
 
Tratto da: soniaalfano.it

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