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20 giugno 2012
Palermo. "La prova del patto politico-mafioso" di Salvatore Cuffaro con Cosa nostra sarebbe stata la canidatura dell'ex assessore comunale Domenico Miceli "che fu concordata con Toto' Cuffaro e il capomafia di Brancaccio Giuseppe Guattadauro. E questa è la prova della sussistenza del reato di concorso esterno". Lo ha detto il pg Luigi Patronaggio chiudendo la sua replica nel processo d'appello all'ex Governatore siciliano Salvatore Cuffaro accusato di concorso esterno in associazione mafiosa dopo l'assoluzione in primo grado. Patronaggio ha ribadito che "la gravita' dei fatti di questo processo va al di la' della condanna per favoreggiamento". Cuffaro sta scontando in carcere una condanna definitiva a sette anni di carcere per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra. Secondo il magistrato, che ha ribadito la richiesta di condanna a 13 anni per Cuffaro, nel processo di primo grado "non si e' voluto affrontare il nodo del patto politico-mafioso". Adesso tocca alla difesa. L'avvocato Antonino Mormino ritiene che l'accusa nel processo d'appello non abbia portato "temi nuovi". Tra poco i giudici andranno in Camera di consiglio. La sentenza e' prevista per il pomeriggio.

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