11 maggio 2012
Roma. Un gesto dimostrativo. A quanto apprende l'Adnkronos da fonti qualificate del Dap, sarebbe questa la lettura più accreditata del presunto tentato suicidio del capomafia Bernardo Provenzano, nella sua cella di massima sicurezza a Parma, sventato dal Gom, Gruppo Operativo Mobile della Polizia penitenziaria. Il boss di cosa nostra recentemente era stato sottoposto a visita psichiatrica, disposta dalla Corte d'Appello di Palermo. Dall'accertamento non sarebbero state evidenziate però problematiche di tipo psichiatrico per Provenzano, seguito dal centro clinico all'interno della casa di reclusione. La busta con la quale il boss ha tentato di soffocarsi era trasparente, del tipo di quelle usate per gli alimenti. Quanto alla dinamica dell'episodio, alle 00,24 del 10 maggio un sottufficiale del Gom è entrato nell'area riservata dove è detenuto il superboss. Vi si accede attraverso una porta d'ingresso. In quest'area c'è un altro agente che a turno, 24 ore su 24, controlla Provenzano. Quando il boss ha sentito il rumore dell'apertura della porta da parte dell'agente che faceva entrare il sottufficiale del Gom, si sarebbe infilato il sacchetto in testa. Pochi secondi in tutto. Tre metri. Gli agenti si sono fiondati su Provenzano togliendo il sacchetto, che non era legato ma retto con una mano dal boss della mafia ristretto al 41 bis. Immediatamente è stato chiamato il medico in servizio al carcere di Parma, che ha visitato il detenuto non riscontrando condizioni cliniche particolari. Le sue condizioni di salute sono buone e non si è ritenuto di procedere al ricovero.
Adnkronos