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16 marzo 2012
Palermo. «Sono piuttosto perplesso e disorientato perchè non colgo profili di intereresse disciplinare nell'esame di un'ordinanza di custodia cautelare che credo dovrebbe meritare apprezzamento per come è scritta, per il complesso lavoro che ha richiesto e per i risultati che ha raggiunto». Si dice «tranquillo e sereno per il lavoro svolto» Sergio Lari, il procuratore di Caltanissetta che ha riaperto le indagini sulla strage di via D'Amelio e che, la settimana scorsa, ha ottenuto dal gip l'arresto di quattro presunti autori dell'eccidio in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino. Nei giorni scorsi, un sostituto procuratore generale della Cassazione ha chiesto al pg di Caltanissetta Roberto Scarpinato una copia della misura cautelare. Un'iniziativa molto singolare, fatta dall'organo che, insieme al Guardasigilli, ha la titolarità dell'azione disciplinare sui magistrati. In una nota l'ufficio inquirente romano riconduce la richiesta «al potere di vigilanza che i pg presso la corte d'appello esercitano sui pm del loro distretto». Una frase criptica che esclude l'ingerenza nelle indagini, ma non l'avvio di un'azione disciplinare. A complicare la cosa - la richiesta non è motivata - il fatto che il pg non vuole copia della richiesta della misura cautelare fatta dai pm, bensì della misura del gip. Inoltre all'istanza trasmessa a Scarpinato è stato allegato un articolo del Fatto sulla vicenda relativa agli arresti di via D'Amelio. In attesa degli sviluppi del caso, in ambienti giudiziari si ipotizza che a muovere il pg possa essere stata la parte dell'ordinanza in cui si stigmatizzava «l'amnesia istituzionale» dei tanti rappresentati politici che delle vicende relative alla strage e alla trattativa hanno ricordato solo dopo anni particolari anche rilevanti.

ANSA

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