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15 marzo 2012
Palermo. «La magistratura ha fatto indagini approfondite, aprendo scenari nuovi e inquietanti». Lo ha detto Roberto Scarpinato, procuratore generale presso la Corte d'appello di Caltanissetta, interpellato dai giornalisti sugli sviluppi dell'inchiesta sulla strage di via D'Amelio del 19 luglio 1992, a Palermo, in cui vennero trucidati il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. «Abbiamo scoperto falsi collaboratori che, per anni, hanno depistato le indagini - ha aggiunto il magistrato, a margine di un convegno organizzato dalla Fondazione Falcone -. Altri scenari sulla trattativa si sono aperti solo in seguito ad alcune dichiarazioni di Massimo Ciancimino e hanno indotto alcuni vertici dello Stato a ricordare fatti 'indimenticabilì, quando prima avevano rilasciato dichiarazioni contraddittorie e una serie di 'non ricordo'. È uno scenario che lascia l'amaro in bocca alla magistratura, che vuole ricostruire quei fatti. Ci muoviamo in uno scenario molto più complesso che chiama in causa quello che Falcone definiva 'il gioco grandè». «Evidentemente - ha concluso - quando un segreto dura per tanti anni, e viene condiviso da molte persone, c'e un potere cosi grande da poter cucire tutte le bocche».

ANSA

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