9 marzo 2012
Il dramma di una donna sola contro la mafia. L'imprenditrice Valeria Grasso, che già dal 2007 denunciò le estorsioni subite dal clan di Resuttana a Palermo, è ancora in attesa che la Commissione speciale del Ministero dell'Interno disponga nei suoi confronti le misure di protezione come testimone di giustizia.
“Nel 2007 la Grasso iniziava un'attiva collaborazione, in qualità di persona offesa informata dei fatti, con l'Autorità Giudiziaria e le Forze dell'Ordine, che ha portato al rinvio a giudizio di Francesco Pedone – scrive Stefano Giordano, legale della donna - . L'imputato veniva condannato per entrambi i delitti di estorsione aggravata e di associazione di tipo mafioso a seguito di un'istruzione dibattimentale durante la quale, ritiene il Collegio, 'è emersa la prova certa, ogni oltre ragionevole dubbio, della responsabilità penale dell'imputato per entrambi i delitti contestatigli'”.
“Nonostante la definizione del procedimento, - prosegue il legale - non sono cessate le intimidazioni perpetrate ai danni di Valeria Grasso e della sua famiglia, tutte denunciate e dunque, si presume, conosciute dalla Commissione Commissione centrale per la definizione e applicazione delle speciali misure di protezione”.
“Oggi, - conclude l'avvocato Giordano - in attesa che la Commissione voglia definitivamente approntare misure di protezione e di assistenza economica idonee a garantire la serenità personale e lavorativa, tenuto conto delle esigenze e delle situazioni di pericolo concretamente prospettate, Valeria Grasso e la sua famiglia vivono in stato di grave e concreto rischio sia sotto il profilo personale, stante le continue intimidazioni, sia sotto il profilo economico, giusta l'avvenuta cessazione dell'attività lavorativa”.
Tratto da: SiciliaInformazioni.com
Valeria Grasso e la sua guerra alla mafia. Il legale: ''Subito misure di protezione''
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