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8 marzo 2012
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Vittorio Tutino uno degli stragisti di via dei Georgofili, per la nuova inchiesta di via d’Amelio, rafforza sempre più in noi la convinzione  di quanto le trattative degli anni 1992 – 1993 siano state determinanti e l’epilogo drammatico  della morte dei nostri parenti.
Leggendo notizie sull’ordinanza del Gip di Caltanissetta, si rafforza in noi la convinzione che da sempre abbiamo dato una lettura giusta su ciò che è successo ai nostri figli la notte del 27 Maggio 1993.
Noi crediamo che bambini e ragazzi siano morti in via dei Georgofili perché uomini del governo di allora  abbiano trattato con la mafia a suon di 41 bis  per salvare politici dopo la morte di Salvo Lima, così come crediamo che approfittando dello sconquasso che la corruzione della politica aveva determinato nel Paese in quel 1993  , dei  delinquenti patentati ne abbiano approfittato per concorrere con la mafia nell’uso del tritolo per assurgere al potere promettendo essi stessi a Salvatore Riina ammorbidimenti di 41 bis.
E ancora, così come crediamo che uomini di governo di allora e delinquenti vari avessero in quel 1993 un comun denominatore.
Un comune denominatore da nascondere, che mentre per il primi era salvare  una ragion di Stato, per gli altri se scoperto era la galera certa .
Drammaticamente per salvare la ragione di Stato si è inevitabilmente dato la possibilità ai delinquenti di agire a suon di tritolo ammazzando bambini e ragazzi.
Per noi non vi è differenza fra chi tratta con la mafia credendo di fare il bene per le istituzioni  sacrificando degli innocenti e chi fa patti con la mafia per andare a cercare in Parlamento riparo alle proprie malefatte.
Una “strategia della tensione” bipartisan visto che si vuole ancora una volta caparbiamente usare questo termine per dare una etichetta politica alle stragi del 1993 e metterle così nell’armadio dei ricatti per i prossimi 50 anni ,senza verità.
Chiediamo pertanto in un momento in cui crediamo che la verità sulla strage del 27 Maggio 1993 sia a portata di mano, che la Magistratura nella sua piena autonomia e indipendenza possa rinviare a giudizio e processare senza guardare in faccia a nessuno sia a destra che a sinistra, uomini che da quel di dovrebbero essere stati processati.
Pare, secondo voci di “corridoio”, che Giovanni Brusca sovente abbia trovato come scusa per non dire tutto fino in fondo, che il momento politico non era giusto per parlare, ora c’è un governo che non ha un colore politico: forse il momento è giunto.

Cordiali saluti

Giovanna Maggiani Chelli
Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

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