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18 febbraio 2012
”La lotta alla mafia e’ una priorita’ assoluta di questo governo
. Non bisogna abbassare la guardia, solo con un impegno costante e un intervento coordinato di tutti gli attori sara’ possibile proseguire sulla strada intrapresa. Perche’ il fenomeno della criminalita’ organizzata assume forme sempre meno visibili e sempre piu” diverse. I flussi dell’economia dimostrano come vi siano sempre delle impermeabilita’ piu’ oscure e piu’ celate”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, intervenendo al convegno ”’Il giudice, il processo, realta’ giudiziaria e nuovo codice antimafia”, organizzato dal centro studi Cesare Terranova a Palermo.

”L’incrocio fra tutela delle parti sane dell’economia e la magistratura coinvolge anche altri contesti. Questo incrocio e’ segnato dalla liberazione dell’economia dal fenomeno mafioso. Bisogna agire in questo modo anche nei confronti delle imprese. Un’impresa che costruisce su valori morali va promossa e premiata”. Lo ha detto, a Palermo, il ministro della Giustizia Paola Severino. ”Il ‘rating’ di Confindustria – ha poi aggiunto – va promosso. Parliamo da tempo di mafie e non di mafia. Lo Stato nella lotta alla mafia e’ andato molto avanti grazie anche al sacrificio dei magistrati, alcuni dei quali hanno pagato con la vita il proprio impegno”.

‘Noi abbiamo una legislazione molto articolata sulla corruzione, ma penso che questo sia il momento giusto, ove sia possibile, per rafforzarla. Tutto quello che – ha aggiunto il ministro – comporta un flusso sotterraneo di denaro nero e’ ugualmente dannoso e pericoloso per l’economia del paese e va combattuto con la stessa energia e possibilmente con la stessa efficacia”. ”Credo che – ha proseguito – quel sottile filo che congiunge questo canale sotterraneo di denaro non dichiarato e che passa anche attraverso l’evasione fiscale, oltre che per i reati che sono a monte e a valle della corruzione, vada preso in serissima considerazione”. ”Il governo ha tra i suoi maggiori obiettivi fare decollare l’economia e quindi combattere tutto cio’ che contrasta l’economia sana”.

”Molti provvedimenti del governo interessano la magistratura, e’ importante il dialogo con i magistrati e stiamo affrontando i temi legati al sistema carcerario. L’altro istituto sul quale stiamo lavorando e’ quello della depenalizzazione. Ci sono una serie di riforme di carattere procedurale che interessano la magistratura, come il Tribunale dell’impresa”. ”Bisogna diversificare – ha aggiunto il Guardasigilli – la lotta alla criminalita’ organizzata. Il Codice antimafia ci permette, in Italia, di essere all’avanguardia: il nostro e’ un modello apprezzato in altri Paesi, mi piacerebbe se venisse esportato e mi piacerebbe coltivare questo progetto, sebbene ci sia poco tempo a disposizione”. ”Mi preme, inoltre, il tema della formazione del magistrato – ha poi sottolineato – Dietro a ogni successo contro la criminalita’ organizzata, c’e’ sempre l’organizzazione di un ufficio. I nostri magistrati hanno un alto livello di formazione, ma l’organizzazione e’ importante”.

”Il mio pensiero e’ noto: il provvedimento approvato un paio di settimane fa dalla Camera ha un sapore punitivo nei confronti della magistratura, perche’ vuole introdurre qualcosa che non esiste da nessun’altra parte e cioe’ la chiamata diretta in giudizio del magistrato, che viene cosi’ esposto alle parti del processo. Questo mina la sua liberta’ d’indipendenza ed di giudizio”. Lo ha detto Luca Palamara, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. ”Bisogna tenere distinti due concetti: responsabilita’ dello Stato e del giudice e garantire sempre, quel giusto punto di equilibrio che la legge in vigore, quella del 1988, in ossequio ai pronunciamenti costituzionali, garantisce – ha proseguito – altro e’ dare attuazione alle decisioni comunitarie che invece mirano proprio al rispetto del diritto comunitario, uno dei punti sui quali si puo’ riflettere e modificare la normativa”.

”La linea dell’Anm si riconosce nelle parole pronunciate da capo dello Stato – ha sottolineato – perche’ in molteplici occasioni abbiamo ribadito come la liberta’ di manifestazione del pensiero, che deve essere garantita a tutti i cittadini e quindi anche ai magistrati, necessita’ pero’ di valutazioni di opportunita’, di prudenza, allorquando le stesse vengono fatte da un magistrato, per il ruolo e la funzione che egli ricopre. Autonomia e indipendenza della magistratura non significano insindacabilita’ di cio’ che fa il magistrato. Autonomia e indipendenza debbono essere coniugate con la responsabilita’, principio al quale tutti debbono attenersi. Tutto cio’ e’ importante per dare al Paese una magistratura sempre piu’ credibile e professionalmente attrezzata”.

Tratto da: livesicilia.it

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