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26 gennaio 2012
Palermo. “Sono passati 21 anni da quel giorno in cui Ignazio Aloisi, mentre tornava a casa una domenica pomeriggio insieme a Donatella, sua figlia quattordicenne, veniva freddato con due colpi di pistola (un terzo proiettile lo mancava). Oggi Donatella e la sua famiglia stanno ancora aspettando giustizia. Ignazio Aloisi non è mai stato riconosciuto quale vittima innocente della mafia. Il suo sacrificio, per lo Stato italiano, è ancora oggi uno dei tanti. Invece si tratta di assassinio mafioso compiuto in una terra di omertà nella quale Aloisi si era distinto per il suo coraggio e il suo amore per la verità e la giustizia. Relegarlo all’oblio significherebbe negare tutto questo”.

Lo ha detto l’eurodeputata e responsabile nazionale del Dipartimento Antimafia di IdV, Sonia Alfano, ricordando l’anniversario dell’omicidio della guardia giurata Ignazio Aloisi, avvenuto il 27 gennaio del 1991 nei pressi dello stadio “Celeste” di Messina. Aloisi fu eliminato per aver testimoniato al processo su una rapina al portavalori sul quale prestava servizio. Il rapinatore, Pasquale Castorina, legato ad un clan messinese, grazie alla testimonianza resa da Aloisi, fu condannato a 8 anni di reclusione, e consumò la sua vendetta prima “eliminando fisicamente un valoroso testimone di giustizia – conclude Sonia Alfano – poi, da morto, a quindici anni di distanza dai fatti, calunniandolo e infangandone la memoria”.

Visita: soniaalfano.it

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