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24 gennaio 2012
Palermo. «Con la firma odierna si chiude positivamente una fase della lunga storia di questo bene che fu di Michele Greco, uno dei più pericolosi mafiosi, e che torna nella disponibilità della società, ricominciando a produrre occupazione e sviluppo, soprattutto a vantaggio del comprensorio madonita. Un esempio di come si possa, col concorso di tutti, rendere fruibile un bene sequestrato alla mafia; una strada che vogliamo continuare a perseguire, anche per tanti altri beni che si trovano nelle medesime condizioni». È il commento dell'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao, alla firma dell'accordo interistituzionale tra l'assessorato per l'Economia della Sicilia e il consorzio «Sviluppo e legalità» di San Giuseppe Jato con cui la gestione dei terreni e dei fabbricati del feudo Verbumcaudo di Polizzi Generosa passano al Consorzio. La firma è stata apposta dall'assessore regionale Gaetano Armao e dal sindaco di Roccamena e presidente del consorzio «Sviluppo e legalità», Salvatore Graffato. Vivo compiacimento per la positiva conclusione della lunga vicenda è stato espresso dal prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell'Agenzia nazionale per i beni sequestrati alla mafia, che ne ha seguito l'iter conclusivo. Il progetto di rilancio del feudo prevede anche la collaborazione dell'assessorato per le Risorse agricole e dell'Istituto regionale Vini e Olii di Sicilia, il quale, sui 6 ettari individuati, ne ha destinato due alla produzione di vino bianco, due al rosso, e due alla banca del germoplasma. «Così - ha detto Dario Cartabellotta, direttore dell'Istituto, potremo ricavare dal recupero delle viti abbandonate nuove varietà di vino. Ricordiamo, infatti, che la storia delle dominazioni che si sono succedute in Sicilia nei secoli è anche storia delle tante varietà di vini e di olivi che hanno portato. Verbumcaudo diventerà cosi lo scrigno del futuro enologico della Sicilia e potremo produrre a 600 metri di altitudine, Nero D'Avola, Perricone, Catarratto, Inzolia». L'assessore Armao ha ringraziato il prefetto Caruso, che si è battuto perchè fossero accelerati i tempi della consegna, il direttore di Unicredit Sicilia, Roberto Bertola, che ha contribuito a ridurre il mutuo che grava sul bene, il sindacalista Vincenzo Ilarda, per l'impegno straordinario che ha offerto in questi anni perchè fosse scongiurata la vendita all'asta e si giungesse a questa soluzione, Sviluppo Italia Sicilia, l'Irfis, i sindaci delle Madonie, la banca di Credito cooperativo di Valledolmo, e tutti i componenti del gruppo di lavoro costituito in assessorato economia che ha seguito lo svolgimento di tutti gli adempimenti necessari. «Oggi dimostriamo - ha concluso Armao - che solo dalla sconfitta della mafia passa il rilancio economico della Sicilia, dalla sua morte rinascerà un futuro di legalità e sviluppo per la nostra terra; l'impegno di tutti, come questa storia dimostra, è la garanzia che questo impegno potrà dare frutti duraturi».

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