Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

19 gennaio 2012
Roma. Il sequestro da parte della questura di Trapani di beni immobili e terreni per 25 milioni di euro a Michele Mazzara, 52 anni, indicato dagli investigatori come fedelissimo del boss Matteo Messina, dimostra l'interesse della criminalità organizzata per l'agroalimentare con il volume d'affari delle agromafie che ammonta oggi a 12,5 miliardi di euro (il 5,6 per cento dell'intero business criminale). È quanto emerge dai dati Coldiretti/Eurispes contenuti nella prima relazione sulla contraffazione e pirateria nell'agroalimentare elaborata dalla Commissione Parlamentare di inchiesta che è oggetto di un incontro a Palazzo Rispigliosi a Roma al quale partecipano, tra gli altri, il Ministro per le Politiche Agricole Mario Catania, il Procuratore Antimafia Pietro Grasso e il Presidente della Coldiretti Sergio Marini. Le imprese agricole e i consumatori - precisa la Coldiretti - subiscono l'impatto devastante delle strozzature di filiera su cui si insinua un sistema di distribuzione e trasporto gonfiato e alterato troppo spesso da insopportabili fenomeni di criminalità che danneggiano tutti gli operatori. L'effetto è un crollo dei prezzi pagati agli imprenditori agricoli, che in molti casi non arrivano a coprire i costi di produzione, e un ricarico anomalo dei prezzi al consumo che raggiungono livelli tali da determinare una contenimento degli acquisti. I prezzi della frutta triplicano dal campo alla tavola anche per effetto delle infiltrazioni della malavita nell'attività di trasporto messe spesso in luce nell'attività investigativa. Le agromafie - sottolinea la Coldiretti - investono i loro ricchi proventi in larga parte in attività agricole, nel settore della trasformazione alimentare, commerciale e nella grande distribuzione con il reinvestimento dei proventi illeciti che ha come corollario il condizionamento della libera iniziativa economica e la concorrenza sleale. Inoltre le associazioni criminali, attraverso le pratiche estorsive, finiscono per determinare l'aumento dei prezzi dei beni al consumo. «A rischio - conclude la Coldiretti - è anche la qualità e sicurezza alimentare dei prodotti alimentari con la vendita di prodotti alimentari spacciati come Made in Italy ma ottenuti in realtà con materie prime importate, speso di bassa qualità».

Adnkronos

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos