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cutro-Ignazio-web16 gennaio 2012
Le associazioni agrigentine “Grilli di Sciacca”, “L’altra Sciacca”, “Libere Terre”, “Socialismo Cristiano” ed “S.O.S Democrazia” prendono posizione netta riguardo alla vicenda che vede coinvolto Ignazio Cutrò e costituiscono il “Comitato Cutrò” in favore dell’imprenditore bivonese che con le proprie denunce e testimonianze ha messo in ginocchio la mafia della Bassa Quisquina.

“E’ fuori da ogni logica civile e democratica che un imprenditore, dopo essersi schierato coraggiosamente dalla parte delle Istituzioni – si legge in un comunicato del comitato –  venga steso da quello stesso Stato che ha servito con onore e rispetto. La superficialità e la goffaggine con la quale alcuni apparati statali stanno trattando la vicenda rischia di generare effetti drammatici e duraturi sul tessuto sociale ed economico dell’isola.

Le mostruose vicende del recapito ad Ignazio Cutrò di una “comunicazione preventiva di ipoteca”per un importo 86 mila euro e del mancato rilascio dei documenti necessari al riavvio dell’azienda devono trovare una immediata soluzione positiva. Bisogna incoraggiare le vittime del racket e non avvilirle. E’ inaccettabile che lunedì 16 gennaio 2012 la Serit-Sicilia possa procedere all’iscrizione di ipoteche sul patrimonio immobiliare dell’imprenditore-coraggio. La classe politica siciliana ha il dovere di lanciare con urgenza un segnale chiaro e concreto su una vicenda che coinvolge la dignità di ogni siciliano onesto. Chiediamo, quindi, al Presidente della Regione Sicilia, ai singoli assessori della Giunta Regionale di Governo, al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana ed ai singoli Deputati Regionali di prodursi in un slancio di generosità nei confronti della nostra Terra. Chiediamo un atto di Responsabilità. Un gesto di grande levatura morale. Chiediamo che venga chiusa la partita. Mille euro ciascuno. E l’imprenditore Ignazio Cutrò potrà tornare a lavorare. Ci aspettiamo, anche, che Confindustria Sicilia intervenga con decisione ed aiuti Cutrò a rialzarsi. Siamo orgogliosi di stare accanto ad Ignazio in questa battaglia di civiltà e non lasceremo il campo fino a quando la vicenda non troverà la giusta soluzione. Se nulla accadrà valuteremo l’intrapresa di azioni forti”.

Tratto da: agrigentooggi.it

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