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Sono Tiberio Bentivoglio, un piccolo imprenditore di Reggio Calabria, città che da sempre è stata definita come la capitale della Ndrangheta, nonostante questo, fare imprenditoria sana è possibile, occorre avere la voglia di stare dall’altro lato, bisogna, che ogni imprenditore si sforzi a fare prevalere in se stesso, il desiderio di essere e soprattutto di restare un uomo libero.
Libero significa, non scendere mai a compromessi con i malavitosi, avere la forza di dire NO, chi si accorda con le Mafie, non fa altro che firmare un mutuo a tasso crescente e senza scadenza, in sostanza è come consegnare le chiavi del proprio negozio ai malavitosi, perdendo dignità, onore e rispettabilità.

Molti imprenditori, e non solo quelli del Sud, celandosi dietro la famosa frase
“ VOGLIO STARE TRANQUILLO” si rivolgono loro, per primi al malavitoso, cioè prima di avviare una attività, alcuni  commercianti  vanno a chiedere protezione o semplicemente ad avvisare il responsabile di zona della propria apertura commerciale.

Nonostante che la mia azienda abbia subito danni molto gravi, non ho perso, ne la voglia di ripartire, ne quella di sostenere che la strada della legalità, è l’unica che ci può rendere fieri e orgogliosi.
Io, tutto questo non l’ho fatto, ecco perché le vicende che sto per esporre si sono trasformate in una  storia di ribellione  alla ndrangheta.
Dobbiamo essere convinti che in un paese, se non c’è Legalità, non ci può essere Giustizia, ma tuttavia, per  aver voluto sostenere sempre ed in ogni caso la legge, di Giustizia ne ho ricevuta ben poca.
Tutto incominciò all’inizio del 1992 quando nella mia città, terminata la seconda guerra di mafia, lasciando sui selciati  circa 1000 morti ammazzati, decisi  di ampliare i miei locali di vendita, e proprio mentre ancora erano in atto i lavori necessari per farlo, ricevetti il primo vero e proprio biglietto da visita: un clamoroso furto nei nuovi locali, mi mise subito in ginocchio.
Allora, dopo aver fatto la denuncia, mi confidai con un comandate dei Carabinieri, raccontando i sospetti  nutriti verso alcuni malavitosi del loco, scattarono infatti  perquisizioni e  controlli, ma purtroppo con esito negativo.
Dopo un paio di anni, per aver licenziato un dipendente che anni prima era stato da me  sospettato, ho dovuto subire la distruzione di un furgone, nonché altro furto nei locali adibiti a deposito.
Questi primi tre eventi, sono stati quelli che hanno determinato, da un lato, una grandissima perdita economica alla mia fiorente attività di un tempo, dall’altro lato, invece, hanno rafforzato in me la giusta scelta di essermi ribellato.
Successivamente, sempre dovuto ormai, alla mia consolidata presa di posizione, e quindi rifiutandomi ancora una volta di mettermi a disposizione e acconsentire alle loro richieste, dovetti subire altro attentato.
Il 5 aprile del 2003 una bomba alle 3 di notte, devasta il mio negozio.
In quel periodo, grazie ad una intercettazione ambientale, furono individuati i probabili esecutori, per cui, inizia un procedimento penale, dove prontamente, una volta riconosciuto come parte offesa, mi costituisco parte civile.
Forse, per tale costituzione e per altre dichiarazioni da me fatte, vengo minacciato di morte con l’invio di  proiettili in una busta.
…………Non esistono tentennamenti…….. ne ripensamenti, ….si va avanti.
A questo punto la mia fermezza viene certamente recapitata come sfida, tanto è vero che dopo solo due anni il mio negozio viene dato alle fiamme, tutta la merce esistente viene completamente distrutta.
Anche in questo caso decido di costituirmi  Parte civile, poiché altra ampia intercettazione ambientale, fatta ad altri malavitosi, mi aiuta ad affermare i sospetti  peraltro ampliamente illustrati nella denuncia.
A questo punto,  il mio sistema psicologico, e di tutta la mia famiglia viene insidiato gravemente, sia per le intimidazioni e gli avvertimenti ricevuti, che per l’abbandono di alcune Istituzioni.
Era la fine……quella fine che non volevo accettare, …..e non l’ho accettata,
per cui con il grande sostegno della mia famiglia e con l’aiuto di alcuni parenti, si decide di ricominciare.
Dopo poco tempo, ha inizio altro procedimento penale, un rito abbreviato che,  per la lentezza della macchina giudiziaria, occorrono 5 anni per poter ascoltare il dispositivo di sentenza di primo grado.
Tre malavitosi, vengono finalmente condannati per il 416bis.
Un processo molto teso, molto nervoso, un processo per certi versi anche con molti errori, ma soprattutto un processo che ho dovuto sostenere nell’abbandono più totale. Mi riferisco a quei famosi enti, come Comune Provincia Regione Associazioni di categorie, che non si costituiscono parti civili.
Terminate le udienze, si esce dalle aule dei Tribunali da soli, …accompagnati solo dal proprio Legale,… mentre fuori …numerosi e con sorriso sfottente, ci sono gli amici dei criminali.
Mi hanno fatto male queste cose ……
Come mi hanno fatto molto male, le false testimonianze che ho dovuto sopportare durante i procedimenti, … molto male specialmente quando a farli sono gli amici di un tempo, ……..che nel frattempo ti hanno abbandonato.
Ad un anno esatto, dalla sentenza, …il 9 febbraio 2011, …vengo raggiunto alle spalle da alcuni colpi di arma da fuoco.
Solo per un caso fortuito, e soprattutto per il volere di DIO, oggi sono qui a poter raccontare la mia storia, …poiché un primo proiettile mi colpì una gamba, mentre un secondo ….rimase bloccato dentro il mio marsupio di cuoio, che portavo a tracolla, altri invece sono stati trovati incastonati tra le lamiere del mio furgone dove mi ero nascosto, per trovare riparo.
Poco fa, ho parlato di abbandono dalle istituzioni, e di aiuto solo da alcuni parenti.
Mi riferivo a  quella legalità, che pretendevo di ricevere, ma, che non ho avuto.
Durante tutto questo tempo, mi sono sentito più volte abbandonato.

abbandonato quando, dopo aver presentato domanda di risarcimento per gli effetti della legge 44, trascorrono anni per poter usufruire di una elargizione,

abbandonato quando, finalmente vieni riconosciuto vittima di mafia, le banche continuano a pretendere il rientro dagli affidamenti,

abbandonato quando, vieni interdetto da tutti gli istituti di credito e iscritto alla centrale rischi poiché non c’è la fai più ad onorare gli impegni.

abbandonato quando, i vari istituti di recupero crediti provvedono a iscrivere ipoteche sul tuo bene immobile,

abbandonato quando, ti viene notificata la vendita all’asta della tua casa,

abbandonato quando, i tuoi fornitori decidono di servirti solo con bonifico anticipato,

abbandonato quando, il tuo locatore ti fa notificare lo sfratto dei locali adibiti alla tua attività,

abbandonato quando, scaduta la polizza, nessuna compagnia ti vuole assicurare il negozio, poiché avendo subito molti attentati, sei divenuto un cliente a rischio.

abbandonato quando, molti dei tuoi clienti avendo saputo che hai denunciato il racket preferiscono fare i propri acquisti in un altro negozio,

abbandonato quando, anche gli amici ti sfuggono, poiché oggi sei costretto a vivere sotto scorta.

Questo è un pezzo della mia storia, una storia amara, una storia spiacevole.
Una storia che non mi sta facendo vivere bene…come facevo un tempo,
ma sono orgoglioso,… sono orgoglioso ..di dire che nessun mafioso si potrà vantare di aver ricevuto i miei soldi.

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