13 gennaio 2012
Roma. Cosa nostra «sembra voler orientare la propria configurazione ad un profilo meno verticistico, privilegiando un modello relazionale fondato sull'autonomia delle famiglie». Lo rileva la relazione della Dia al Parlamento, relativa al primo semestre del 2011. In particolare, «non è escludibile, tuttavia, che lo scenario di cosa nostra palermitana non possa essere segnato da futuri, per quanto tendenzialmente 'chirurgici', atti violenti nei confronti dei soggetti che, una volta usciti dal carcere per fine pena, pretendano di riassumere ruoli di spicco all'interno dell'organizzazione. Allo stesso modo, la progressiva attenuazione degli storici equilibri fra fazioni un tempo alleate, costituisce un potenziale elemento di destabilizzazione del tessuto mafioso della Sicilia orientale».
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